In ricordo di Falcone

Trentatré anni fa, Cosa nostra uccideva Giovanni Falcone, il magistrato simbolo della lotta alla mafia. Quel giorno, a Capaci, morirono anche la moglie del giudice, Francesca Morvillo, magistrata pure lei, e tre agenti della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. Una strage di mafia, per la quale sono stati condannati i vertici di Cosa nostra, ma la procura di Caltanissetta non ha mai smesso di indagare, alla ricerca di “concorrenti esterni” all’organizzazione mafiosa che potrebbero avuto un ruolo nell’ideazione della stagione stragista del 1992.

Qualche minuto prima dell’orario della strage, 17,58, davanti l’albero Falcone, il minuto di silenzio 10 secondi di silenzio.
“Giovanni ha fatto tantissimo per la lotta alla mafia, ci ha lasciato tutte quelle norme che ancora oggi vengono utilizzate nel combatterla. Io vi ringrazio e vi bacio, perché so che tra di voi, oggi, non ci sono mafiosi, anche se questa città non è ancora libera. C’è ancora tanto da fare”. Così Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso. Una giornata iniziata con l’arrivo al molo trapeziodale della barca della legalità mare nostrum, confiscata agli scafisti. Poi l’evento a Palazzo Jung con l’apertura del museo del presente, dedicato proprio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.