Un boato che ha squarciato il silenzio, un boato che ha cambiato la storia del nostro paese. Trentatré anni fa la strage di Capaci, simbolo della tragica e orribile violenza mafiosa. Numerose, anche in questo 23 maggio, le iniziative per commemorare le vittime: Giovanni Falcone, la moglie e magistrata Francesca Morvillo, gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Proprio qualche giorno fa la procura di Caltanissetta ha archiviato l’indagine sulla cosiddetta pista nera. “non ci fu il coinvolgimento di soggetti collegati ad ambienti della destra eversiva” nell’attentato di Capaci. La giornata della legalità si è aperta stamattina al molo trapezoidale con l’arrivo della barca mare nostrum dike, confiscata agli scafisti. Protagonisti 200 bambini saliti a bordo dell’imbarcazione. Apre al pubblico il «Museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino», promosso dalla Fondazione Falcone.
Al ‘battesimo i ministri alla Giustizia, Carlo Nordio, all’Interno, Matteo Piantedosi, e alla Cultura, Alessandro Giuli. “Ci voleva questo museo – ha detto Maria Falcone – temevo che tutto questo patrimonio si disperdesse. Alla caserma «Pietro Lungaro» della polizia di Stato, deposizione di una corona d’alloro ai piedi della lapide dell’ufficio Scorte. Alle ore 15 partirà da Piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo, un corteo cittadino, espressione dell’antimafia sociale, che si concluderà in via Giacomo Leopardi. Tutti poi in via Notarbartolo, davanti all’Albero Falcone, dove alle 17.58, all’ora della strage, suonerà il silenzio
GUARDA IL SERVIZIO