di Fabio Pace

Un sit-in davanti la prefettura di Trapani, per dimostrare il proprio rammarico per il trattamento che ha subito il corpo di polizia penitenziaria. Gli agenti del carcere Pietro Cerulli di Trapani, come altri loro colleghi in tutto il Paese lamentano quanto accaduto a Santa Maria Capua Vetere, cioè la consegna, l’11 giugno scorso, di più di 40 avvisi di garanzia per presunti pestaggi a detenuti che sarebbero avvenuti proprio fra le mura del carcere campano nel corso di un intervento per sedare una rivolta. Per i sindacati di polizia penitenziaria quello che è accaduto ai colleghi di Santa Maria Capua Vetere è inaccettabile. Necessaria e legittima l’inchiesta della magistratura, ma vengono contestate le modalità di notifica degli avvisi di garanzia. Più che una protesta una manifestazione di solidarietà per chi vive le stesse condizioni operative e lavorative. Sul tavolo le solite, ormai note questioni. Si chiede che le carceri siano sicure, ma gli istituti penitenziari non vengono dotati in maniera massiccia di apparati elettronici per impedire le comunicazioni con l’esterno e l’introduzione di telefoni cellulari da parte dei detenuti non è ancora considerata un reato ma una violazione regolamentare. Infine c’è la questione degli organici, carenti rispetto al fabbisogno operativo.

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