La Guardia di Finanza di Caltanissetta ha eseguito un sequestro di beni per circa 50 milioni di euro nei confronti di Emanuele Catania, imprenditore gelese attivo nel settore ittico, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia e su ordine del Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione. Il sequestro ha riguardato oltre 40 immobili, conti correnti, quote societarie, pescherecci e aziende operanti in Italia e Marocco.
Il provvedimento si basa su indagini patrimoniali che hanno evidenziato una sproporzione tra redditi dichiarati e beni posseduti dal 1985 al 2022. Catania, condannato in via definitiva nel 2024 per associazione mafiosa, è risultato legato alla famiglia Rinzivillo di Cosa Nostra, con cui ha collaborato fin dagli anni ’90, facilitando l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale, in particolare nel mercato del pesce, monopolizzato dal clan.
Le indagini, corroborate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno ricostruito un vasto sistema di riciclaggio e “protezione mafiosa”, che ha permesso a Catania di espandersi anche all’estero (Marocco). Parte dei beni sequestrati risulta formalmente intestata al fratello Antonino Catania, coinvolto come “terzo interessato”.
La misura è finalizzata alla confisca definitiva dei beni e rientra nella strategia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’economia legale.