“La vendita di questi souvenir mortifica la comunità da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità”.
È questo il motivo che ha portato il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, a vietare la vendita di souvenir che inneggiano alla mafia.
Dopo la diffusione della notizia, la maggior parte dei commercianti agrigentini hanno immediatamente ritirato dalla vendita gli oggetti incriminati.
Vendita che già nel 2019 era stata fermata dal direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi.
Nel 2023, invece, la Regione aveva chiesto lo stop di vendita nelle da crociera e nei traghetti.
L’ordinanza del sindaco di Agrigento ha suscitato, chiaramente, diverse reazioni tra i sindaci siciliani.
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha apprezzato l’iniziativa, prevendendone una replica anche nel suo Comune.
Della stessa idea è il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, che concorda sull’importanza dell’ordinanza ma che ritiene più necessario promuovere le bellezze della Sicilia.
C’è chi poi considera l’ordinanza più un’operazione mediatica che un’efficace misura contro la cultura mafiosa, come il sindaco di Ustica Salvatore Militello.
E chi, ancora, non è infastidito da questi souvenir. Il sindaco di Caltagirone, infatti, ha dichiarato di non amarli e, di conseguenza, di provarne indifferenza. Il primo cittadino Roccuzzo si è dichiarato più indignato da una resistente cultura mafiosa, vista in chi trasgredisce anche le più semplici regole democratiche.
A sostenere l’efficacia dell’ordinanza, invece, è il sindaco Tranchida che sia a Trapani, sia a Erice, ne ha realizzata una simile anni fa, contribuendo a eliminare la presenza di questi gadget.
A dare man forte a Miccichè, poi, c’è anche l’assessore regionale Alessandro Aricò che ha inviato una lettera ai vertici delle società di gestione degli aeroporti siciliani per fermare la vendita di gadget e souvenir a tema mafia nei negozi degli aeroscali.
«Questi oggetti – scrive Aricò – incatenano la nostra Isola a stereotipi mortificanti, richiamano un fenomeno criminale dal quale la Sicilia si sta sforzando di liberarsi grazie al sacrificio di eroi civili e all’impegno quotidiano della stragrande maggioranza dei cittadini. Dobbiamo invece fare il massimo sforzo per diffondere la vera immagine di una terra ospitale e laboriosa».
Chiara Conticello