L’ex senatore ha fatto scena muta dinnanzi al giudice per le indagini preliminari. Antonino Papania, questa mattina, comparso dinnanzi al Gip di Trapani, Massimo Corleo, per l’interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stesso atteggiamento è stato assunto anche da Mario Castelli e Filippo Tilotta anche loro indagati, assieme all’ex politico alcamese, nell’ambito dell’operazione della Guardia di finanza. Operazione incentrata sulla truffa all’Unione europea relativa ai finanziamenti per la formazione professionale. Il personaggio chiave della vicenda sarebbe proprio l’ex senatore ed ex deputato all l’Assemblea regionale siciliana. In cambio del sostegno al suo movimento politico Via, a sei esponenti politici siciliani – quattro consiglieri comunali a Marsala e Custonaci – e a loro congiunti sarebbero stati dati o promessi posti di lavoro, nomine e promozioni presso gli Enti di formazione che l’ex politico di fatto controllava. Gli indagati, 24 in tutto, sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio. Nell’inchiesta delle Fiamme gialle sono coinvolti anche sei esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche presso i Comuni di Marsala, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice.
Tra i beneficiari dei posti di lavoro, figurano Sara Accardi, figlia del consigliere comunale di Marsala Michele Maurizio Accardi; Antonio Peppino Licari, nipote del consigliere comunale Pellegrino Guglielmo Ferrantelli e Antonio Parrinello, figlio di Vanessa Titone, altro consigliere comunale di Marsala.