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Misiliscemi, le preoccupazioni per la soglia dei 10mila abitanti approvata nei giorni scorsi

Ma il comitato promotore si dice “sereno” per il DDL in discussione all’ARS: “Il nuovo Comune nascerà”

Di Nicola Baldarotta

Un colpo di scena, inaspettato certamente per i promotori del nuovo Comune di Misiliscemi che potrebbe sorgere da scissione col Comune di Trapani. Nella seduta di mercoledì scorso, 20 gennaio, la I Commissione Affari Istituzionali” dell’ARS ha esitato lo stralcio alla legge di riforma degli Enti Locali che pone un limite netto alla nascita di nuovi Comuni in Sicilia stabilendo che «non possono essere istituiti nuovi comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti». La norma che si intenderebbe variare nella prima stesura prevedeva un minimo di 5.000 abitanti e, considerato il fatto che il nuovo Comune di Misiliscemi (che, come si ricorderà prevede l’accorpamento in un unico Comune di ben otto frazioni della città di Trapani) consterebbe di poco meno di 9 mila abitanti, questa nuova norma ha determinato un po’ di preoccupazioni fra i componenti dell’associazione Misiliscemi che promosse e vinse il referendum attraverso il quale, oggi, in ARS è in discussione l’apposito disegno di legge istitutivo del nuovo Comune. Ma la nascita di Misiliscemi è all’ordine del giorno dei lavori d’aula da cinque mesi e, ancora, non è stata trattata dai parlamentari regionali. Fatto, questo, che alla luce del nuovo limite di diecimila abitanti per i nuovi Comuni, ha determinato una riunione d’urgenza dell’associazione Misiliscemi.

Salvatore Tallarita (presidente) ed Elio Barbera (comitato tecnico) si dicono sereni ma, va da sé, stanno all’erta.

Il disegno di legge non ci fa correre alcun rischio – afferma Barbera – questo, infatti, nasce su indicazione nazionale e la Sicilia ha recepito la norma dell’allora Ministro Del Rio ma, per quanto riguarda il nostro percorso, siamo tranquilli perché la normativa è stata approvata dopo che il DDL su Misilscemi fosse già incardinato in aula ed in discussione”.

Relatore del DDL sul nuovo Comune di Misiliscemi è il deputato regionale Stefano Pellegrino, marsalese. Lo stesso che, nei giorni scorsi, s’è dichiarato soddisfatto per l’aumento del limite da 5000 a 10000 abitanti.

Ne prendiamo atto – afferma Salvatore Tallarita – ma l’aula deve fare i conti con l’attualità.  Quello di Misiliscemi è un percorso che va in un’altra direzione. Noi ci siamo confrontati con l’onorevole Pellegrino e abbiamo compreso le esigenze che ha l’ARS perché, a seguito della nostra istanza, si ritrova con richieste similari da altre realtà isolane e stanno cercando di mettere un freno a questa voglia di autodeterminazione dei cittadini. Si dovrebbe comprendere, però, che se una comunità arriva ad un processo a cui ha dedicato tanto tempo, lo fa perché in realtà l’amministrazione di provenienza non ha compreso le istanze del territorio ed ha marginalizzato le dinamiche che danno dignità ad una popolazione. Non si risolve tutto con la soglia dei 10mila abitanti, si deve intervenire in maniera tale che si possa garantire ai cittadini di vivere in maniera buona e sentirsi tutelati, rispettati e protetti. Non farlo, invece, significa che ti metti a posto dal punto di vista delle normative ma non nei confronti dei cittadini”.

Pensate possa essere un tentativo di bloccare l’iter per la nascita di Misiliscemi?

Risponde Elio Barbera: “L’iter del DDL, una volta che è incardinato, al di là dell’ultimazione delle procedure di bilancio della Regione, andrà sicuramente in votazione. Noi auspichiamo che secondo la nostra idea vada con esito positivo. Chiaramente il nuovo DDL non potrà mai bloccare l’iter anche perché non andrà in discussione prima di luglio. Siamo in campagna elettorale, ci rendiamo conto che chi è contrario all’istituzione del nuovo comune ne fa un vanto e prende questa modifica normativa come la soluzione di tutti i mali. Ma le nuove norme, con la modifica della legge30, pongono un’asticella per il futuro. Non per il passato, e noi siamo tranquilli che non possa incidere. Si divertano a scrivere e a parlare inutilmente. La parola finale è dell’ARS”.

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