Hamrouni Chieb, cittadino tunisino di 30 anni, all’alba di oggi è stato trovato morto nella sua cella nel carcere di Termini Imerese. Chieb fu tra i principali imputati nell’ambito dell’indagine Scorpionfish, condotta della procura antimafia di Palermo e conclusasi con importanti condanne lo scorso 4 giugno con sentenza della corte di Assise di Appello di Palermo. La salma del giovane detenuto è stata posta sotto sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria di Termini Imerese. Il sostituto procuratore Giacomo Barbara ha disposto che venga eseguita l’autopsia. Hamrouni Chieb, era difeso dall’avvocato trapanese Fabio Sammartano che stamane è stato avvertito della morte del suo assistito dalla direzione del carcere riferendogli di un arresto cardiaco. La stessa direzione, però, avrebbe avvisato i familiari del detenuto, riferendo di una aggressione subita in cella in circostanze ancora da chiarire. Hamrouni Chieb aveva da poco reso importanti dichiarazioni nell’ambito di altre indagini della DDA palermitana e nella cornice delle operazioni Scorpionfish 2 e Scorpionfish 3, in materia di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando transnazionale di tabacchi lavorati esteri. Le indagini sulla prima operazione Scorpionfish, nel 2017, furono condotte dal GICO e dalla compagnia di Marsala della Guardia di Finanza e posero in rilievo l’importanza delle rotte di collegamento tra in nordafrica e le coste trapanesi per i traffici illeciti di sigarette di contrabbando e di traffico di esseri umani.
Morto in cella uno dei condannati per l’operazione Scorpionfish sui traffici tra il nordafrica e le coste trapanesi
Hamrouni Chieb, cittadino tunisino di 30 anni, era detenuto nel carcere di Termini Imerse