Richieste del Pubblico ministero rigettate e condanne, tutte, confermate.
Il verdetto del processo d’ appello Scrigno, scaturito dall’operazione dei carabinieri che svelò, nel Trapanese, gli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria. La Corte di Palermo ha respinto le istanze del Pm Rita Fulantelli che aveva sollecitato pene più severe per tre imputati, rispetto a quelle loro inflitte in primo grado. Si tratta dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello; dell’ex consigliere provinciale, Vito Mannina e dell’ex consigliere comunale di Erice, Alessandro Manuguerra.
L’ex parlamentare era stato condannato, dal tribunale di Trapani, a dodici anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Per Fulantelli, Paolo Ruggirello avrebbe fatto gli interessi di Cosa nostra, sottolineando che sono stati i politici, alla ricerca di consensi elettorali, a rivolgersi all’organizzazione criminale. Da qui la richiesta di una condanna a quindici anni per associazione mafiosa. Richiesta, però rigettata.
Secondo l’accusa Vito Mannina avrebbe chiesto il supporto del boss Pietro Virga per reperire voti per la figlia Simona candidata al consiglio comunale di Erice mentre Alessandro Manuguerra, attraverso il padre, si sarebbe rivolto a Franco Orlando sempre per le stesse finalità
Per Vito Mannina e Alessandro Manuguerra il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a otto anni.
L’ex consigliere provinciale, invece, in primo grado era stato condannato ad un anno e otto mesi per corruzione; mentre l’ex consigliere comunale ad un anno sempre per lo stesso reato. Condanne confermate anche per loro come per tutti gli altri imputati. La pena più severa, 21 anni di carcere, era stata inflitta nel novembre del 2023 dal tribunale di all’anziano consigliere del mandamento di Trapani Antonino detto Nino Buzzitta. Sedici anni per l’agrigentino Vito D’Angelo che avrebbe messo su una cellula di Cosa Nostra a Favignana. Per Vito Gucciardi, infine, il reato di 416 bis è stato riqualificato in favoreggiamento aggravato con contestuale liberazione immediata perchè la pena è stata interamente scontata con la misura cautelare.