Riflessioni in vista delle elezioni dell’anno prossimo ad Erice
I comitati per la fusione o per la rettifica dei confini fra Trapani ed Erice incominciano a muovere i primi passi. Alcuni partiti si sono collocati facendo delle scelte ufficiali. I socialisti al momento non aderiranno formalmente a nessun comitato, ma saranno presenti al loro interno individualmente, non senza qualche interrogativo da porre e da porsi.
Li esterna l’onorevole Nino Oddo, segretario regionale del PSI in Sicilia e vicesegretario nazionale: “Mi sento uno dei padri della proposta di grande città – afferma – e fra i socialisti vi è un comune sentire nella direzione di un riassetto territoriale dell’hinterland trapanese. Ma molti ritengono più equilibrata la proposta di unire Erice vetta con i comuni dell agro ericino e ricongiungere Casa Santa con Trapani. Altri condividono la fusione fra i due comuni in toto. Pertanto l’adesione formale del PSI a un comitato a discapito dell’altro mi pare inopportuna. A meno che non sopravvenga una decisione ufficiale degli organi di partito“.
Sostengono da osservatori, si potrebbe quindi dire. Presenti alla chiamata alle armi ma attendisti. Anche perchè il primo loro vero dubbio è quello relativo allo spartiacque: quello fra chi vuole mantenere lo status quo e chi lavora per una svolta politica e territoriale. “Noi e questi comitati – continuano i socialisti – siamo dalla stessa parte della barricata. Molto importante sarà l’esito delle elezioni amministrative di Erice della prossima primavera. Sarà una battaglia difficile, perché il piccolo ceto politico locale, consiglieri, presidenti, assessori e sindaci, cercherà in larga parte di preservare gli attuali equilibri territoriali“.
Nino Oddo si proietta già alla campagna elettorale: “Mi auguro che le forze che oggi sono schierate per dalla stessa parte della barricata, a prescindere se propendanno per la fusione o per la rettifica, trovino in quell’occasione un comune denominatore. Noi socialisti ci saremo anche questa volta, affianco agli uomini e alle donne dei comitati civici, consapevoli dell’assoluta urgenza di dare una prospettiva e una speranza nuova ad un territorio che sofffre per le vicende contingenti nazionali e mondiali ma anche per ritardi marginalità che ci portiamo dietro da tempo“.