Si è tenuto ieri presso il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Palermo, un incontro tra il Provveditore e i rappresentanti delle principali sigle sindacali del Corpo di Polizia Penitenziaria per denunciare le gravi criticità che affliggono l’Istituto Penitenziario di Trapani.
Secondo quanto emerso durante la riunione, l’organico reale risulta ben al di sotto delle necessità operative: le sigle hanno chiesto l’immediata rettifica della pianta organica ufficiale, che include attualmente 25 unità non utilizzabili, di cui 22 assegnate al sito riservato e 3 al NIR. Una situazione che falserebbe il quadro complessivo del personale disponibile.
Le organizzazioni sindacali hanno inoltre denunciato una carenza strutturale di circa 100 unità, con una ulteriore emergenza causata dalle prolungate assenze di una ventina di agenti in convalescenza a seguito di aggressioni subite in servizio.
Tra le criticità sollevate, anche l’emissione di ordini di servizio ritenuti poco funzionali e fonte di tensioni interne, che minano l’efficienza operativa e rischiano di sfociare in provvedimenti disciplinari contro agenti costretti a operare in condizioni estreme.
Preoccupante anche la situazione del Reparto Isolamento, per cui il Provveditore ha annunciato lavori di riqualificazione nel 2026. I sindacati, però, chiedono soluzioni provvisorie immediate per garantire almeno il minimo di sicurezza e dignità lavorativa.
Altro punto caldo, la gestione dei detenuti protagonisti di rivolte interne, ancora presenti nell’istituto. Mentre sono in corso procedimenti disciplinari complessi legati al regime di sorveglianza particolare le sigle chiedono interventi urgenti per tutelare il personale, già duramente provato.
Al termine dell’incontro, le organizzazioni sindacali hanno lanciato un chiaro ultimatum: se entro dieci giorni non arriveranno risposte concrete e atti ufficiali, partiranno azioni di protesta, comprese manifestazioni pubbliche e presidi permanenti, con il coinvolgimento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia.
“Il personale non può più aspettare – è stato il messaggio unanime delle sigle – servono soluzioni ora, non promesse per il futuro.”