“La politica del capro espiatorio sulla pelle dei migranti non serve a risolvere i problemi, sposta l’attenzione su aspetti marginali per nascondere il vuoto delle politiche su quelli decisivi per il nostro futuro.
Come cittadini e come cristiani non possiamo accettare passivamente la cinica e sfrontata manipolazione della realtà che diffonde odio sociale, logorando il vincolo di solidarietà su cui si basa la nostra convivenza civile.” Così è intervenuta la Diocesi di Trapani presieduta da Monsignor Pietro Maria Fragnelli sulla querelle dei migranti di questi giorni e relativa ordinanza del Presidente della regione Siciliana Nello Musumeci. La Curia, infine, sottolinea come ” di fronte alle migrazioni osiamo il bene, opponiamoci alla paura.”
Un “argomento caldo” in cui è intervenuto anche, Alessandro Damiano, Arcivescovo coadiutore eletto dell’Arcidiocesi di Agrigento, territorio anch’esso in prima comprendente l’isola di Lampedusa, sempre più al centro delle vicende migranti in questi anni.
«Non è soffiando sul fuoco della paura e della rabbia sociale che faremo passi avanti per superare il momento complesso che stiamo attraversando – scrive l’arcivescovo Damiano nella sua bacheca facebook -. La disumanizzazione, che ci rende non solo più poveri ma anche più infelici, inizia già dalle parole manipolate, dagli annunci gridati solo per arrivare alla pancia delle persone. Chi gioca sulla pelle dei poveri si assume la responsabilità etica di minare la coesione sociale e come credenti non possiamo stare a guardare. I fenomeni, seppur complessi vanno governati da una classe politica coesa che dia rassicurazioni. I migranti sono persone che hanno il diritto/dovere ad una quarantena in sicurezza e serenità così come tutti i cittadini.
Senza dimenticare la realtà a cui ci ha richiamato ieri papa Francesco:
«Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza. Sono stati vittime della cultura dello scarto».