L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) Sicilia, presieduta da Santo Cutrone, ha lanciato un segnale d’allarme riguardo la trasparenza e la concorrenza negli appalti pubblici nell’isola. Durante un incontro a Palermo, alla presenza del vicepresidente nazionale dell’Ance, Domenico De Bartolomeo, sono state discusse nuove strategie per rafforzare la rappresentanza della categoria presso le istituzioni, con un focus su problematiche che vanno dal Codice dei contratti pubblici fino alla revisione dei prezzi e alla legge urbanistica regionale.
Uno dei temi più critici sollevati dall’Ance Sicilia è la prassi crescente di utilizzare la “procedura negoziata” per gli appalti di importo compreso tra 1 milione e 5,538 milioni di euro.
Questa procedura, prevista dal nuovo Codice dei contratti pubblici, consente alle stazioni appaltanti di invitare un numero limitato di imprese selezionate da un elenco, limitando così la partecipazione aperta al mercato. L’associazione ha evidenziato che nel primo semestre del 2024 il 77% degli appalti di questa fascia di importo è stato assegnato attraverso questa modalità, escludendo così una vera e propria competizione.
Secondo l’analisi condotta da Ance Sicilia, tra gennaio e giugno 2024, solo il 23,23% dei progetti è stato affidato tramite “procedura aperta”, per un totale di 81,7 milioni di euro. Al contrario, il 76,77% degli appalti (119 progetti per un valore di 260 milioni di euro) è stato aggiudicato tramite “procedura negoziata”, un sistema che limita la trasparenza e che viene reso noto solo dopo l’aggiudicazione, o addirittura a lavori già iniziati.
Ance Sicilia ha inviato una nota all’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, per sollecitare l’adozione di misure che incentivino l’uso della “procedura aperta”. Questa modalità permetterebbe una maggiore trasparenza e una più ampia partecipazione delle imprese interessate, garantendo al contempo maggiore sicurezza per amministratori pubblici e imprenditori.
Un’altra problematica sollevata da Ance Sicilia riguarda il metodo di calcolo della soglia di anomalia per l’esclusione automatica delle offerte. Nel 96,90% dei casi, nel primo semestre 2024, è stato utilizzato lo stesso criterio, eliminando l’elemento di “sorpresa” che avrebbe dovuto garantire la funzione anti-turbativa. L’associazione richiede, pertanto, una rotazione fra i tre metodi previsti, per assicurare un processo più equo e imprevedibile.
di Valeria Marrone