Quarantuno anni fa l’omicidio del magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto. Erano l’1,30 del 25 gennaio del 1983 quando in via Carollo un commando di killer, armati di mitraglietta, entrò in azione. Nessuno si accorse di niente. Nessuno udì gli spari. Silenzio. Oltre cinque ore di silenzio.
Il corpo di Ciaccio Montalto venne trovato all’interno della sua auto solo alle 6,45 del mattino. Era la Trapani degli anni ‘80, la città degli sportelli bancari, della loggia Scontrino, dove la “mafia” non esisteva. La provincia dove la droga scorreva a fiumi e gli appalti venivano spartiti agli amici degli amici. Ciaccio Montalto fu il primo a parlare di Cosa Nostra, ad indagare sulle famiglie che controllavano il territorio e i traffici dei corleonesi.
Un precursore del metodo “Falcone”, “Segui i soldi, trovi la mafia”. Oggi in tanti si sono ritrovati di fronte l’abitazione del magistrato assassinato dove si è svolta una breve cerimonia organizzata dall’amministrazione comunale. Presenti i rappresentati dell’associazione Ala (avvocati e società civile) promotrice dell’iniziativa “Un giusto in una terra ingiusta” dedicato alla memoria del magistrato