Mafia e politica nel Trapanese, oggi parola al giudice di Palermo

Udienza preliminare oggi, dinnanzi al Gup di Palermo, per gli imputati dell’operazione antimafia Eirene, che ha portato alla luce, nel Trapanese, gli intrecci tra criminalità organizzata e politica, nonché attività estorsive e traffici illeciti riconducibili a contesti mafiosi.

Il giudice Paolo Magro dovrà pronunciarsi sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dal pubblico ministero della Dda, Pierangelo Padova. I reati ipotizzati sono: associazione mafiosa, estorsioni, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso.

Tra gli imputati figurano l’ex senatore Antonino Papania e Pasquale Perricone, ex vice-sindaco di Alcamo. A metterli nei guai sarebbe stata la frenetica ricerca di voti, che li avrebbe spinti a rivolgersi al nuovo boss di Alcamo. Tuttavia, l’operazione non portò ai risultati sperati: Angelo Rocca, il candidato sostenuto dall’ex senatore, non ottenne un risultato utile per far scattare il seggio nella lista “Popolari e Autonomisti” in provincia di Trapani, fermandosi a sole 3.361 preferenze.

Secondo quanto emerso dall’indagine, Papania, impegnato nella caccia ai consensi, si sarebbe rivolto alla famiglia mafiosa alcamese, guidata da Francesco Coppola, divenuto reggente dopo gli arresti che avevano decimato i vertici del clan. L’ex senatore avrebbe inoltre elargito la somma di duemila euro in cambio di voti.

Papania avrebbe agito con il sostegno di Pasquale Perricone, che, sempre secondo l’accusa, avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra il fondatore del Movimento politico Via e il clan locale. Perricone sarebbe riuscito a ottenere da Giosuè Di Gregorio, esponente della famiglia mafiosa alcamese, la promessa di orientare i voti verso Rocca, con la benedizione del capomafia.