Domenica prossima in Sicilia si vota. Ma non ovunque. E non per tutti. Le elezioni per le Province tornano sotto i riflettori, ma in versione ridotta: saranno elezioni di secondo grado, ovvero senza coinvolgimento diretto dei cittadini. A scegliere i nuovi presidenti e consiglieri saranno solo sindaci e consiglieri comunali.
Gli eletti avranno il compito di gestire servizi essenziali come la manutenzione delle strade provinciali, l’edilizia scolastica e la pianificazione territoriale, oltre a coordinare le politiche di sviluppo locale. In provincia di Trapani, sono circa 380 i consiglieri comunali chiamati alle urne. Due i contendenti alla carica di presidente: il sindaco di Castelvetrano, Giovanni Lentini, sostenuto dal centrodestra, e il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci.
Anche ad Agrigento i candidati alla presidenza sono due: il sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, e il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino. A Siracusa si sfidano il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, e il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio.
Ad Enna, il centrodestra sostiene il sindaco di Nissoria, Rosario Colianni, mentre il Partito Democratico appoggia il sindaco di Calascibetta, Antonio Capizzi.
A Caltanissetta il centrosinistra è rappresentato dal sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano. Nel centrodestra, invece, sono due i candidati: il sindaco di Caltanissetta, Walter Tesauro, sostenuto da Forza Italia, e il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, appoggiato da Fratelli d’Italia, Lega, Democrazia Cristiana e Noi Moderati.
A Ragusa, il centrosinistra schiera il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna. Il centrodestra sostiene il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari. Si sfila invece la Democrazia Cristiana, che appoggia Gianfranco Fidone, sindaco di Acate. Diversa la situazione nelle province di Palermo, Catania e Messina, dove il sindaco del capoluogo è, per legge, anche presidente della Provincia.