Il giorno della “Anagoghia”

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Oggi è il 25 ottobre. Anticamente questo era il giorno della “Anagoghia”, il momento legato al volo delle colombe verso il mare. In questo periodo le colombe, sacre alla dea dell’amore e della ferilità, che era anche protettrice anche di chi andava per mare, partivano infatti dal Tempio di Venere per raggiungere il Nord Africa. Tra l’altro si narra di un tempio dedicato ad Astarte a Sicca Veneria, l’odierna La Kef. Dunque un “ponte” tra la Sicilia occidentale e Cartagine che volava sulle ali delle colombe. Ad Erice, nel santuario della dea dell’amore si celebravano dei riti che segnavano di fatto la fine della bella stagione e l’inizio dell’inverno. Tant’è che il ponte levatoio veniva tirato su ed il tempio chiudeva per i mesi più rigidi dell’anno per riaprire il 23 aprile per la Katagoghia, che segnava invece, con ben 9 giorni di feste, il ritorno delle colombe dal mare. Ad Erice era festa grande con tanto di fiera franca, ovvero un mercato dove potere vendere e acquistare senza tasse e dazi, che nel 1300 venne trasferita a valle e poi spostata a ferragosto per i festeggiamenti in onore della Madonna.

In questi anni il professore Salvatore Corso, grande cultore e conoscitore della storia trapanese, ericina, ha organizzato delle rievocazioni della Anagoghia e della Katagoghia con tanto di canti, letture e figuranti, con tanto di figuranti nei panni delle jerodule e dei jeroduli. Il tutto coinvolgendo le scuole. Il suo impegno ha permesso di mantenere viva la memoria di questi riti. Che appartengono alla nostra storia e che quindi meritano di essere ricordati, soprattutto tra i bambini e giovani. Ma nei giorni dell’emergenza covid non si possono tenere iniziative pubbliche. Quindi quest’anno niente rievocazione al Castello di Venere, dove stamattina non si è potuto tenere nessun corteo di jeroduli nè alcun canto e recita di poesie. Sarà per l’anno prossimo o magari ad aprile per la Katagoghia. Sempre coronavirus permettendo.

Mario Torrente