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venerdì, Aprile 19, 2024
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Aegades, il 20 dicembre davanti al gip

Sarà Roberta Nodari a decidere se l'ex sindaco di Favignana Pagoto e gli altri 18 indagati del decreto di fissazione d'udienza dovranno andare a giudizio.


Il decreto di fissazione di udienza è stato notificato nei giorni scorsi ai legali ed i loro assistiti. Il 20 dicembre, il giudice per le indagini preliminari di Trapani inizierà a discutere la richiesta di rinvio a giudizio firmata dai sostituti Rossana Penna e Matteo Delpini, titolari dell’inchiesta per la Procura che nel luglio dello scorso anno portò alle dimissioni del Sindaco Giuseppe Pagoto e, l’ottobre seguente, a nuove elezioni.​ Davanti a Roberta Nodari dovranno presentarsi l’ex primo cittadino, l’allora comandante dei vigili urbani delle Egadi Filippo Oliveri, l’ex direttore dell’Area Marina Protetta Stefano Donati, l’assessore della seconda giunta Pagoto Giovanni Sammartano ed altri 15 indagati. Fra questi anche l’ex sindaco Gaspare Ernandez sul quale pende la richiesta di rinvio a giudizio per estorsione perchè avrebbe minacciato Pagoto, nella sua stanza – affermando “d’avere in mano carte molto scottanti” – per ottenere, secondo gli inquirenti,​ il ruolo di Presidente della Commissione di vigilanza sull’Area Marina Protetta per la figlia Kim neo eletta al consiglio comunale. In realtà, a leggere le intercettazioni, l’incontro sarebbe stato richiesto per farlo ottenere a Toto Braschi, candidato sindaco del centrodestra a quella tornata elettorale. Ma Pagoto, anche per la veemenza della campagna condotta da Braschi, si oppose all’idea non disprezzando, invece, un segnale di distenzione verso la minoranza con la nomina di una giovane donna, appunto la figlia di Ernandez, a prescindere dall’incontro avuto col padre. Ma a colpire, invece, nelle 23 pagine è la totale assenza del filone corruttivo sull’approvvigionamento idrico con gli indagati della Marnavi, società che ha l’appalto in raggruppamento del servizio in Sicilia per le isole minori, e dunque dell’ipotesi di reato…, nella richiesta di rinvio a giudizio dei PM verso lo stesso Pagoto così come il vice sindaco ed assessore con delega al ramo della sua prima giunta Vincenzo Bevilacqua che non risulta fra gli indagati assieme ai 4 comandanti dell’azienda marittima, i 2 “acquaioli” e la dirigente Antonia Vittozzi che, in qualche modo, sarebbe stata, nel pactum sceleris dell’ordinanza cautelare, il trait d’union fra la Marnavi e l’Amministrazione, tutti presenti da indagati nell’originaria ordinanza applicativa di misure cautelari.​ La loro posizione sembrerebbe stralciata. L’ipotesi di reato “più pesante” che, in effetti, sembrò, sin da subito, la più debole tanto che gli stessi inquirenti non poterono richiedere la misura cautelare per corruzione così come ammesso dallo stesso Gip Emanuele Cersosimo nel suo corposo provvedimento restrittivo di oltre 700 pagine. Insomma, assai probabile che si vada verso l’archiviazione per tutti. Ad ogni modo, il 20 dicembre inizierà la camera di consiglio per i reati di peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi contestati a vario titolo. Probabile che la trattazione avverrà in più giornate vista la voluminosità dell’inchiesta; i principali indagati, comunque, sono consapevoli che sarà il dibattimento la sede naturale dove poter affermare la loro estraneità ai fatti per i quali la Procura di Trapani vuole portarli a giudizio.​ 

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