A cento anni dalla nascita, il ricordo di Don Riboldi nella “sua” Santa Ninfa, dove da parroco affrontò il dramma del terremoto e lottò per una ricostruzione soltanto promessa. Primo prete a “marciare” fino a Roma, insieme con i bimbi con i quali si recò da Aldo Moro, che era l’allora Presidente del Consiglio, Giovanni Leone al Quirinale e da papa Paolo VI.
Venerdì 3 marzo ore 18, a Santa Ninfa, presso l’Aula Consiliare, si terrà un incontro dedicato alla memoria di un Vescovo, nato in Brianza, che insegnò il coraggio prima ai siciliani e poi ai napoletani. Un incontro particolarmente significativo, all’indomani dell’arresto del super latitante Messina Denaro; a don Riboldi, inviato dal suo ordine, i Rosminiani, in Belice fu assegnato anche il comune di Castelvetrano dove già negli anni Sessanta la mafia esercitava un forte potere di condizionamento su ogni aspetto della vita sociale. “I familiari del boss erano nostri parrocchiani”, ha ricordato don Vito Nardin che condivise l’esperienza del Belice. La figura di Don Riboldi e le sue esperienze verranno ricordare nel il libro “Don Riboldi 1923-2023, il coraggio tradito” di Pietro Perone”, edizioni San Paolo (Milano). Dialogheranno con l’autore il poeta Biagio Accardo e i Vescovo di Mazara del Vallo, Mons. Angelo Giurdanella.