L’intervista del fine settimana a cura della redazione di Telesud al maestro Claudio Maltese, che parla del programma delle iniziative organizzate nell’ambito delle Giornate della memoria trapanese. La manifestazione è organizzata dal Comune di Trapani e dall’Associazione Nazionale Vittime Civili in occasione dell’80° Anniversario dei terribili bombardamenti che hanno portato morte e distruzione nella Città di Trapani, in particolar modo durante il 1943.
Cerimoniere di tutta la manifestazione sarà il proprio il promotore di Pace maestro Claudio Maltese, nonché vice-presidente dell’Anvcg provinciale di Trapani.
Maestro Maltese, in questo fine settimana si apre il programma delle Giornate della memoria trapanese. Perché a 80 anni di distanza dai bombardamenti nel 1943 è importante ricordare le vittime di questa triste pagina della storia della città?
Loro sono le nostre stelle del cielo, illuminano il nostro cammino e guardandole ci fanno ricordare la loro morte a causa della guerra e dell’odio. Questo ci deve far riflettere e cercare di essere sempre testimoni di Pace, iniziando dalla nostra singola vita e così si diffonde la Pace. Questi nostri concittadini in un attimo sono morti per colpa di un fratello che ha avuto l’ordine di uccidere e si era dimenticato che avrebbe ucciso un proprio fratello.
Ha condotto delle ricerche per arrivare ad un elenco delle vittime civili dei bombardamenti della seconda guerra mondiale a Trapani. Ci può parlare di questa attività che ha portanto a scrivere i nomi sul monumento di via XXX Gennaio…
Premettendo che o 1000, o 100 o 10 o una sola vittima civile per un bombardamento è certamente un fatto grave; e che tutti quanti siamo concordi nel sostenere che la guerra porta solo morte e distruzione; e che da quei terribili bombardamenti la nostra Città di Trapani ha cambiato il suo volto storico e secolare, cambiando anche le antiche abitudine e tradizioni del suo popolo. Con questi propositi, il desiderio di dare “un nome”, “un volto”, “una storia” alle vittime civili del territorio mi hanno spinto, con il beneplacito del presidente dell’Ass. Nazione Vittime Civili di Guerra della sezione di Trapani, Giovanni Barbiera, e del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, a cominciare una nuova ricerca iniziando dai registri cimiteriali di Trapani, dove ci sono degli elenchi redatti negli anni passati con solo i nomi, cognomi e l’età delle vittime civili. Il risultato di questa prima ricerca mi ha indicato che il totale delle vittime civili trapanesi dal 1940 al 1945 sono 292, la maggior parte sono quelle del 6 Aprile 1943 (dove risultano 147 morti). A queste vittime, si aggiungo altre circa 68 persone che sono rimasti gravemente feriti con ordigni bellici inesplosi o altri materiale riconducibile alla guerra.
Siete stati impegnati anche nelle scuole ed avete incontrato centinaia di studenti. Come è andata? E gli studenti saranno coinvolti nelle iniziative in programma nei prossimi giorni?
Da Gennaio di quest’anno abbiamo girato diverse scuole della provincia di ogni ordine e grado, oltre 800 ragazzi e giovani abbiamo incontrato e raccontato la nostra ricerca e le nostre storie: dal cielo cadevano migliaia di bombe che hanno distrutto palazzi, chiese, teatri, caserme, oratori e centinaia di civili abitazioni. Luoghi che raccontavano la secolare storia della nostra città. Ma principalmente tutte le generazioni di oggi e di domani devono sapere chi sono stati i “martiri” trapanesi che hanno perso la loro vita perchè volevano continuare a vivere in questa città, superando le paure della guerra e pregando per la Pace. I padri, le madri, i figli, i nonni che in un secondo diventano “luce”, che è il passaggio dalla vita terrena a quella eterna. Una luce provocata dallo scoppio di un ordigno bellico lanciato dal cielo da un nostro fratello che, per ordine ricevuto, non ha minimamente pensato il grave gesto di morte che avrebbe fatto. Purtroppo ancora oggi altri fratelli hanno dimenticato ciò che la storia ci ha insegnato, ed ecco ritornare nel nuovo millennio altre bombe, altri scoppi, altre distruzioni e altri centinaia di Vittime Civili di guerra.