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giovedì, Aprile 18, 2024
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“Sorella Sanità”, Damiani non risponde al gip

Ieri i primi interrogatori

Al via i primi interrogatori di garanzia dei dieci arrestati del blitz della guardia di finanza di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione denominata “Sorella Sanità”.

Davanti al gip Claudia Rosini sono comparsi il manager dell’Asp di Trapani Fabio Damiani,  accusato di aver pilotato diversi appalti milionari in favore di società nel periodo in cui era funzionario dell’Asp 6 di Palermo e quando era a capo della Centrale Unica di Committenza, e il suo presunto faccendiere Salvatore Mangarano, entrambi  sottoposti alla misura di custodia cautelare in carcere.

Damiani e Mangarano hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice nell’interrogatorio che si è tenuto nel carcere Pagliarelli. Oggi sarà la volta di  altri otto indagati finiti ai domiciliari, fra cui l’ex manager dell’Asp di Palermo Antonio Candela, uno dei personaggi chiave dell’indagine coordinata dai sostituti procuratori Giacomo Brandini e Giovanni Antoci.E’ accusato di aver preso mazzette per favorire un’azienda negli appalti per la manutenzione degli apparecchi medicali.

Secondo la ricostruzione dei militari della guardia di finanza, gli arrestati avevano creato un sistema di tangenti su oltre 600 milioni di euro di appalti per la sanità siciliana. Nelle loro tasche sarebbero finiti il 5 per cento, ovvero la somma enorme di 30 milioni di euro.

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