Un nuovo capitolo nell’inchiesta sulle presunte mazzette al cimitero di Trapani. Il Tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato l’appello della Procura contro la revoca delle misure cautelari a carico di tre imprenditori del settore funebre. Si tratta di Vito Dolce, Vito Polisano e Giuseppe Colletta, assistiti rispettivamente dagli avvocati Salvatore Alagna, Giuseppe De Luca e Umberto Coppola.
Il collegio ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando così la decisione del GIP di Trapani. Al centro dell’indagine, condotta dalla Squadra Mobile, ci sarebbe un sistema di pagamenti illeciti per accelerare le sepolture o ostacolare le agenzie concorrenti. Secondo l’accusa, il necroforo comunale Mario Pizzurro avrebbe chiesto denaro in cambio di favoritismi. Le ipotesi iniziali di corruzione sono però state riviste dal giudice per le indagini preliminari, che ha parlato piuttosto di concussione: i tre imprenditori non avrebbero agito con dolo, ma sarebbero stati vittime di pressioni indebite.
“La decisione del Riesame – sottolinea l’avvocato Salvatore Alagna – conferma che non c’era alcun accordo illecito. I nostri assistiti hanno subito richieste e non hanno tratto vantaggi illeciti”. Secondo quanto emerso, le dazioni di denaro venivano richieste con toni apparentemente amichevoli, come “il caffè per il necroforo”, ma costituivano in realtà un vero e proprio abuso di potere. L’inchiesta della Procura di Trapani, comunque, prosegue. Sotto osservazione anche altre figure, tra cui un medico legale e alcuni funzionari comunali.