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venerdì, Aprile 19, 2024
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Goletta Verde a Levanzo

Prosegue la protesta di Legambiente contro la privatizzazione delle spiagge siciliane

Lo slogan è quanto mai chiaro: giù le mani dalla costa. Ma l’obiettivo della protesta va ben individuato per capire l’allarme lanciato oggi da Goletta Verde. Nel mirino dell’associazione ambientalista non ci sono solo i cementificatori selvaggi e gli abusivi che hanno devastato interi pezzi di territorio siciliano. Questa volta sul banco degli imputati c’è la stessa Regione Siciliana. Legambiente Sicilia ha impugnato al Tar il Decreto della Regione che ha modificato in peggio le linee guida per la redazione dei “Piani di utilizzo delle aree demaniali marittime”, i cosiddetti PUDM. L’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente, la scorsa primavera, a approvato le linee guida per la redazione dei PUDM da parte dei comuni costieri della Sicilia. I nuovi criteri per il rilascio delle concessioni demaniali marittime consentono l’occupazione di superfici molto più estese, la realizzazione di nuovi stabilimenti balneari, di aree attrezzate con una maggiore densità e con superfici e volumetrie più ampie di quelle attuali. Il Decreto consentirà, inoltre, la riduzione drastica delle distanze tra due concessioni vicine, fino alla possibilità di non prevedere aree per al balneazione libera e la totale saturazione delle spiagge, con strutture e concessioni delle aree demaniali marittime. Insomma una vera e propria occupazione delle nostre coste che rischia di sottrarre ampi tratti di litorali alla balneazione e all’interesse pubblico per consegnarli ai privati e alla produzione di reddito. Il provvedimento è stato impugnato al Tar da Legambiente Sicilia, anche come prosecuzione del percorso che ha visto protagonista l’associazione già dallo scorso giugno, quando è stato presentato un esposto contro la richiesta di una concessione demaniale proprio a Levanzo e su un tratto di costa che si affaccia sull’area protetta. Legambiente sostiene che quello alla fruizione alle spiagge libere sia un diritto e afferma che almeno il 60% di spiagge libere debbano essere garantite in tutta Italia.

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