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venerdì, Dicembre 8, 2023
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Operazione Alcatraz: chiesto il rinvio a giudizio per trentuno indagati

Indagini chiuse nell’ambito dell’operazione Alcatraz, che porto alla luce un giro di corruzione all’interno delle carceri Pietro Cerulli di Trapani, con la complicità di alcuni agenti della Polizia Penitenziaria.

La Procura di Trapani ha chiesto il rinvio a giudizio per 31 persone. All’interno del penitenziario entrava di tutto: droga, armi improprie, profumi, sigarette. La merce era destinata ai detenuti, tra cui alcuni esponenti di spicco della criminalità organizzata e ristretti nel reparto di Alta Sicurezza.

Le sostanze stupefacenti arrivavano mediante l’utilizzo di droni o nascoste all’interno di palloni lanciati dall’esterno. Uno degli agenti avrebbe anche avuto rapporti sessuali con la compagna di un detenuto in cambio di favori al recluso.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di corruzione, spaccio di droga, abuso d’ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte dei detenuti.

Sono quattro gli ex agenti della penitenziaria coinvolti, oggi in pensione, che prestavano servizio al Pietro Cerulli. Un altro, ritenuto dagli inquirenti il perno dell’attività corruttiva, è deceduto durante le indagini svolte tra il 2018 e il 2022. Altri due sono indagati.

Dalle indagini è anche emerso che gli agenti infedeli presentavano certificazioni per attestare false malattie per poter così svolgere lavori extra, come fare il buttafuori nei locali notturni. Tra i detenuti un camorrista e un esponente della Sacra Corona Unita.

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