36 anni senza Mauro Rostagno

36 anni fa veniva ucciso, a Valderice, il giornalista, sociologo e attivista Mauro Rostagno. Oggi è stato ricordato a Trapani.

“Io sono più trapanese di voi perché ho scelto di esserlo”. Mauro Rostagno lo diceva spesso, amava dirlo.

Mauro non c’è più da 36 anni, da quando la mafia ha deciso di zittirlo per sempre.

Ma le parole, si sa, rimangono. E quelle di Mauro Rostagno continuano ad risuonare, anche a distanza di tanto tempo.

E sono risuonate anche questa mattina, grazie agli studenti degli Istituti Comprensivi “Bassi – Catalano” e “Gian Giacomo Ciaccio Montalto” che hanno ricordato il giornalista ucciso il 26 settembre del 1988.

Una breve commemorazione, quella che si è svolta all’ex piazza Mercato del Pesce. Una commemorazione intima, con un breve ricordo dell’assessore Abbruscato, un commento del prefetto Daniela Lupo e poi un lungo applauso in memoria di Mauro.

Una memoria che non va persa ma, anzi, coltivata.

Coltivata perché Rostagno fu un grande giornalista, forse il più grande che la città di Trapani abbia mai avuto. Ed era capace di fermare la città, ogni giorno, alle 13:30, quando andava in onda il telegiornale che conduceva.

Mauro ebbe il coraggio di raccontare fatti, anche scomodi, e senza paura. Fatti che mettevano in luce cos’era realmente la mafia. Una mafia che non era società ma che era contro la società, come disse monsignor Adragna il giorno dei funerali di Mauro.

«Mafia, tu non sei società, ma sei contro la società. Siamo tutti stanchi di odio e di violenza. Vogliamo vivere in pace – urlava monsignor Antonino Adragna in Cattedrale -. Vogliamo dire allo stato e ai partiti maggiori responsabili di queste cose: svegliatevi. Siamo stanchi di chiacchiere. Lo Stato può vincere la mafia, ma occorre la risposta forte e immediata di tutti, nessuno può stare in panchina a guardare».

A distanza di 36 anni da quelle parole, sono tanti quelli che sono rimasti in panchina a guardare.

Ma c’è una piccola parte della società trapanese che, invece, hanno risposto in maniera forte e immediata, anche grazie a Mauro.

E come hanno detto oggi gli studenti presenti alla cerimonia: «Ciao Mauro, da oggi ci sentiamo più trapanesi perché scegliamo di esserlo»

Chiara Conticello