Revocati i “domiciliari” per uno degli agenti di polizia penitenziaria arrestati nell’ambito dell’indagine su presunte torture e presunti abusi commessi nelle carceri di Trapani. Si tratta di Claudio Di Dia che nel corso dell’interrogatorio di garanzia, assistito dal suo avvocato Alberto Mazzeo, ha risposto alle domande del giudice Giancarlo Caruso.
Le violenze, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria e coordinate dalla Procura del capoluogo, sarebbero state commesse nel reparto Blu, dove venivano portati i detenuti che dovevano restare in isolamento. Vittime, in particolare, i reclusi affetti da disturbi psichici: botte, sputi in segno di disprezzo, umiliazioni. Indagati, complessivamente, 46 guardie.
Le indagini hanno preso il via in seguito alle denunce sporte da alcuni detenuti che avrebbero subito torture e abusi in un reparto del Pietro Cerulli, sprovvisto di telecamere e oggi chiuso per carenze igienico-sanitarie. Ad incastrare le guardie, sarebbero state le telecamere piazzate di nascosto dopo le segnalazioni fatte dai detenuti.