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La tradizione del presepe

di Mario Torrente

Quella del presepe è una tradizione molto antica, che va avanti da secoli tra fede e tradizione. In questo periodo nelle chiese e nelle abitazioni delle famiglie cristiane prende forma la rappresentazione della nascita di Gesù. Una tradizione che va avanti da secoli, precisamente da 800 anni. La prima rappresentazione della Natività risale infatti al 1223, in una grotta di Greccio, dove San Francesco d’Assisi, di ritorno dalla Terra Santa, durante la messa della Notte di Natale organizzò il primo presepe vivente, con tanto di bue e asinello. Venne infatti ricreata quella “mangiatoia” (presepe significa proprio mangiatoia, stalla) che dalla notte di Natale del 1223 a Greccio si è diffusa praticamente in tutto il mondo, riproposta in questi otto secoli in tante forme e modalità, ma sempre mantenendo il suo significato originario della Natività.

Nei secoli successivi il presepe si andò quindi trasformando progressivamente da rappresentazione vivente a installazione statica, grazie al contributo di artisti e artigiani che iniziarono a scolpire statue in legno, terracotta e altri materiali. La tradizione presepiale si è affermata dal 1500 e fu proprio nel Regno di Napoli che si consolidò l’usanza di allestire la Natività nelle chiese. Napoli, in particolare, divenne un centro di eccellenza per la produzione di presepi artistici durante il XVIII secolo, con creazioni elaborate che includono non solo la Sacra Famiglia ma anche scene di vita quotidiana dell’epoca con le statuette in terracotta a Napoli, in cartapesta nel leccese mentre in Sicilia, soprattutto nel Palermitano, erano realizzata in cera e rivestiti con stoffe.

Così, in questi ottocento anni, il presepe è diventato una vera e propria arte. Tant’è che si parla di arte presepiale, con capolavori dell’artigianato realizzati con materiali diversi. A Trapani erano famosi quelli realizzati in corallo, ma non solo. Alcuni di queste vere e proprie opere d’arte sono custodite al Museo Pepoli. Altre hanno raggiunto diverse parti del mondo, con un preciso filo della tradizione che continua a legare generazioni, famiglie e comunità. Dalla più piccola rappresentazione della Natività fatta a casa fino ai grandi Presepe Viventi con decine e decine di figuranti. Passando da ogni luogo dove pulsa la fede cristiana ed il senso del Natale.

Il presepe è un po’ come una grande fotografia che immortala un preciso momento che ha segnato la storia ed a cui è partito un nuovo cammino che dura da ben duemila anni. Ed in questa grande fotografia ogni personaggio viene inquadrato nel suo ruolo in un preciso momento, con espressioni e “movimenti” che compongono il grande puzzle presepiale, con le prospettive che dal quadro di insieme portano fin dentro alla ricerca di ogni particolare.

Ogni personaggio ha poi il suo significato, così come i vari angoli della rappresentazione della Natività, tra pastorelli, pecorelle ed i tanti mestieri che fanno prendere forma al “villaggio” che racconta la nascita di Gesù. Ma ci sono anche molti altri simboli, come il pozzo, la palma, a fontana, il fiume, il mulino, il forno, la barca e l’osteria. Non possono mancare i recinti con gli animali e tutto ciò che riesce a rendere magico e avvolgente il presepe, che con i suoi dettagli e le luci riesce a catturare l’immaginazione, accompagnando chi lo osserva in un viaggio in quel mondo senza tempo dove viene celebrata la nascita di Gesù. Così ogni espressione e posa dei pastorelli assume, in un quel contesto unico ed irripetibile, un significato che riesce ad andare oltre il “prae” e “saepes”, il recinto chiuso che indica la mangiatoia. Dove è racchiuso il senso del tutto e dove prende forma la bellezza ed il meraviglioso messaggio del Natale.

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