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venerdì, Aprile 19, 2024
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45 anni fa la strage di Alcamo Marina

Nessuna cerimonia pubblica a causa della pandemia ma l’arma dei carabinieri ricorda il sacrifico dei colleghi vittime dell’agguato.

Un agguato sferrato da feroci malviventi. Era il 27 gennaio del 1976 quando il carabiniere diciannovenne Carmine Apuzzo, originario di Castellammare di Stabia, entrato nelle fila dell’Arma da appena un anno, e l’appuntato Salvatore Falcetta, trentacinquenne di Castelvetrano, furono sorpresi nel sonno ed uccisi da alcune persone che si introdussero nello stabile della casermetta “Alkamar” dopo aver forzato la porta mediante l’utilizzo di una fiamma ossidrica. La tragica scoperta avvenne l’indomani mattina, all’alba, quando gli uomini della scorta dell’allora segretario del MSI Giorgio Almirante, nel transitare lungo la strada statale che costeggia Alcamo Marina, notarono la porta della caserma completamente divelta e una volta introdottisi all’interno dei locali rinvennero i corpi dei due militari senza vita.

L’Arma dei Carabinieri, anche se le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria non hanno permesso di organizzare la consueta manifestazione pubblica, ha voluto, comunque, onorare la memoria e ricordare il sacrificio dei suoi uomini, nel 45esimo anniversario della strage.

La strage di Alcamo Marina resta avvolta da un alone di mistero. Dopo varie ipotesi investigative che portarono fino al terrorismo rosso, le dichiarazioni di un carrozziere di Partinico portarono all’accusa di 4 giovani alcamesi che vennero inizialmente condannati e incarcerati. Tra questi c’era anche Giuseppe Gulotta, all’epoca 18enne, che scontò 22 anni di carcere e che poi  nel 2012 venne assolto, dopo aver subito nove processi.

GUARDA IL SERVIZIO CON L’INTERVISTA AL COLONNELLO VITAGLIANO

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