Un’antica ancora di piombo di epoca ellenistico-romana del IV-III secolo avanti Cristo è stata recuperata, nei giorni scorsi, nei fondali di San Vito Lo Capo. L’ancora di piccole dimensioni, a ceppo fisso, con cassetta quadrangolare e perno centrale, presenta una decorazione a rilievo di delfino su uno dei due bracci. L’immagine del mammifero è associata ad Afrodite Euploia ed è uno dei simboli marini più benauguranti per la navigazione. A segnalare la presenza dell’ancora, e la necessità di metterla in sicurezza, era stato il gestore di un diving della zona, Marcello Basile. La Soprintendenza del mare ha organizzato le operazioni di recupero, coinvolgendo il Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza (con il quale esiste un Protocollo di intesa per le attività di ricerca e tutela dei reperti archeologici sommersi). L’operazione è stata effettuata in collaborazione con la Sezione navale di Trapani. Il reperto è stato recuperato a una profondità di 19 metri e l’ancora è stata portata a Palermo, nella sede degli uffici della Soprintendenza. «L’operazione di recupero – ha dichiarato il soprintendente del Mare Valeria Li Vigni – ha testimoniato una forte attenzione da parte dei diving che potremmo definire le nostre ‘sentinelle della cultura’ che, oltre ad avere un ruolo didattico e ricreativo rivolto agli appassionati dei fondali marini, svolgono una funzione di tutela di quei reperti che costituiscono motivo di attrazione e valorizzazione alla visita. L’esigenza di prelevare l’ancora è stata dettata dai tentativi di depredazione che erano stati segnalati e quindi dall’esigenza di salvaguardare una testimonianza della nostra storia».

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