Una chiusura improvvisa, senza preavviso né comunicazioni ufficiali: è quanto accaduto ai centri odontoiatrici Visodent in Sicilia, che hanno interrotto l’attività da un giorno all’altro lasciando centinaia di pazienti nel caos. Cure interrotte, apparecchi ancora installati, cartelle cliniche irraggiungibili e finanziamenti attivi per trattamenti mai completati — in alcuni casi nemmeno iniziati.
A denunciare la situazione è Codici Sicilia, associazione per la tutela dei consumatori, che ha già avviato un’azione legale per tutelare i pazienti coinvolti. “Siamo stati letteralmente sommersi dalle segnalazioni provenienti da tutta l’isola – spiega l’avvocato Manfredi Zammataro, segretario di Codici Sicilia – le persone ci raccontano di trattamenti odontoiatrici lasciati a metà, dispositivi ancora in bocca e l’impossibilità di recuperare la documentazione sanitaria necessaria per proseguire le cure altrove”.
Secondo Codici, le sedi Visodent hanno chiuso all’improvviso, senza offrire alcuna possibilità di continuità assistenziale. “Una condotta gravemente lesiva – aggiunge l’associazione – dei diritti fondamentali dei consumatori e della tutela della salute”.
In risposta, lo Sportello +Tutela di Trapani ha attivato un’azione di monitoraggio e assistenza rivolta ai pazienti colpiti. Le iniziative intraprese puntano a ottenere la sospensione immediata delle rate dei finanziamenti sottoscritti, valutare eventuali responsabilità sanitarie e contrattuali per le cure interrotte, verificare la possibilità di avviare un’azione collettiva per il risarcimento dei danni economici e psico-fisici subiti. Tutti i cittadini coinvolti possono rivolgersi gratuitamente allo Sportello +Tutela di Trapani per ricevere supporto e valutare le opportune azioni da intraprendere. E’ possibile contattare lo sportello al numero 389 183 2710 e su Whatsapp al numero 389 183 2710.
Codici Sicilia, parallelamente, ha già avviato le prime iniziative legali con l’obiettivo di: ottenere l’esecuzione delle prestazioni sanitarie pattuite, ottenere il risarcimento dei danni subiti dai pazienti, sospendere i finanziamenti ancora attivi, rimborsare le somme già versate.
È stato inoltre depositato un esposto presso le Procure siciliane per richiedere l’apertura di indagini e verificare eventuali responsabilità penali.