di Fabio Pace

La verità è storica. I-TIGI, questa la sigla aeronautica del DC 9 Itavia, fu abbattuto alle 20.50 del 27 giugno 1980, la da un missile aria-aria lanciato da un caccia militare. La verità storica, ricostruita da inchieste giornalistiche e da rivelazioni postume che non trovarono conferma nella verità giudiziaria, non trovò mai riscontro in una aula di tribunale. Una strage giudiziariamente rimasta avvolta nel mistero, condizionata da depistaggi, anche a livello istituzionale da parte dei vertici dell’aeronautica militare del tempo, che mai trovarono un colpevole. La strage di Ustica è uno dei misteri d’Italia. Il DC9 partì dall’aeroporto di Bologna e volò regolarmente lungo la rotta assegnata, Ambra 13, a 7500 metri di altitudine, fino a quando la sua traccia radar sparì dagli schermi dei controllori di volo civili e dagli apparati di controllo militari. Quattro radar militari, Marsala, Licola, Poggio Ballone e Martinafranca quella notte rimasero “stranamente” ciechi e non videro quello che accadde sul mar Tirreno meridionale, dove incrociavano anche diverse unità americane e francesi. Fin da subito e per i primi sette anni dell’inchiesta giudiziaria si puntò sul cedimento strutturale del velivolo. Ma allo stesso tempo, al di là delle spiegazioni ufficiali, non convincenti, i giornali cominciarono ad accreditare l’ipotesi di una causa esterna. Qualche giorno dopo la strage, infatti, sui monti della Sila fu rinvenuto un mig dell’aeronautica militare libica. Il corpo del pilota, attraverso l’autopsia, raccontò una verità che anche il governo italiano dell’epoca volle ignorare. Il Mig fu abbattuto probabilmente la notte del 27 giugno 1980, ma si preferì accogliere la spiegazione dell’aeronautica di Gheddafi, e cioè che si trattò di un tentativo di diserzione finito male per un malore del pilota. Bisognerà attendere il 1999 perché una ordinanza, firmata dal giudice Rosario Priore, riconoscesse la responsabilità di quattro generali dell’aeronautica militare italiani per aver mentito sulle circostanze misteriose che si svilupparono attorno all’abbattimento del DC9. Andarono prescritti per le menzogne che raccontarono ma mai nessuna responsabilità fu attribuita per l’abbattimento benché lo stesso giudice Priore riconobbe che il velivolo Itavia fu abbattuto “all’interno di un episodio di guerra aerea”. Tesi accolta e sostenuta dall’Associazione Familiari delle Vittime della strage di Ustica. Nel maggio del 2018 la Corte di cassazione a sezioni riunite, avallando la tesi del missile (accolta anche in precedenti sentenze risarcitorie), rigettò il ricorso dell’avvocatura dello Stato, e stabilì un risarcimento da parte dello Stato per la compagnia Itavia, nel frattempo andata fallita perchè le fu imposto l’obbligo di sospendere le attività di volo e per i familiari delle vittime. Oggi le iniziative per ricordare le 81 vittime, tra le quali molti siciliani, valdericini, marsalesi, mazaresi, castelvetranesi: a Bologna, nel corso della mattinata; a Marsala, questo pomeriggio alle 18, presso il monumento ai Mille; a Trapani, presso la Chiesa di San Pietro, dove con inizio alle 18 mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Trapani, celebrerà messa. Per i più giovani, e per quanti volessero meglio comprendere suggeriamo di vedere: I-TIGI video dello spettacolo di teatro civile di Daniele Del Giudice, Marco Paolini, Giovanna Marini, Corrado Sannucci;Il muro di gomma, film di Marco Risi, con la sceneggiatura del giornalista Andrea Purgatori; Ustica, film di Renzo Martinelli; Ero nato per volare, documentario realizzato dal Comune di Bologna per il museo per la Memoria di Ustica, regia di Enzo Negroni e poi dalle teche Rai gli speciali di Giovanni Minoli, di Carlo Lucarelli, di Corrado Augias