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martedì, Aprile 16, 2024
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“Basta chiacchiere, vogliamo i fatti”

Gli abitanti del quartiere trapanese di Villa Rosina intervengono sull’iter del quinto stralcio delle opere di urbanizzazione. Tra le ipotesi in campo per realizzare fognature e gli altri servizi attesi da decenni anche l’ipotesi di contrarre un mutuo.

di Mario Torrente

Al momento sul fronte del reperimento dei finanziamenti si resta fermi all’esito del ricorso presentato dall’amministrazione comunale di Trapani per recuperare le somme dalla Regione. Ma l’esecutivo di Palazzo D’Alì, per arrivare al più presto all’avvio dei lavori, sarebbe pronto a seguire un’altra strada: contrarre un mutuo per portare in cantiere il completamento dei lavori, andando quindi oltre le previsioni del quinto stralcio predisposto negli anni Novanta, dove restano fuori diverse strade, puntando quindi sul progetto predisposto, su incarico dell’amministrazione Tranchida, all’ingegnere Placenza e consegnato al Comune del luglio del 2019. Qualche mese prima dell’inizio della pandemia. Ed è questo il progetto che si punta a portare in cantiere e che consentirebbe di ultimare, una volta e per tutte, l’urbanizzazione del quartiere di Villa Rosina con una spesa stimata di circa 9 milioni di euro.

L’amministrazione comunale, nelle more dell’esito del ricorso, potrebbe portare in appalto, in tempi brevi, il progetto esecutivo attraverso un mutuo, da estinguere non appena arriveranno le somme dall’assessorato regionale territorio e ambiente in caso di accoglimento da parte del Cga. Ma il mutuo non si è ancora potuto contrarre perchè manca il bilancio comunale. Ma una volta predisposto e approvato lo strumento economico dell’ente, a questo punto si potrà mettere in campo questo piano “B” per cercare di velocizzare l’iter per dare le tanto attese risposte ai cittadini di Villa Rosina che rientrano nell’area del quinto stralcio. E non solo.

Come prospettato dallo stesso Safina, col mutuo, una sorta di binario parallelo nell’attesa che arriveranno i fondi della Regione, sempre se saranno disponibili, si potrebbe infatti avere la certezza dell’avvio della procedura per la realizzazione delle condotte fognarie, dell’illuminazione pubblica e delle strade con annessi marciapiedi. Il condizionale resta rigorosamente d’obbligo. E gli stessi abitanti del quartiere di Villa Rosina, stanchi di decenni di attese, attendono fatti concreti. Non più parole. Tant’è che Elvira Vultaggio, presidente della associazione “Insieme per Villa Rosina”, ha evidenziato come gli abitanti del quartiere si siano stancati delle chiacchiere, specie dopo gli ultimi anni, soffermandosi sulla lentezza dell’iter e chiamando in causa le ultime comunicazioni di Tranchida e Safina. Elvira Vultaggio ha parlato di binari morti lungo le vie che i due amministratori intendevano perseguire, chiamando in causa l’anno e mezzo trascorso per la verifica del progetto, ad oggi non terminata. C’è poi la promessa della richiesta di un mutuo a completamento, ad oggi però, ha rimarcato la presidente di “Insieme per Villa Rosina, impossibile considerato che non c’è un bilancio.

Elvira Vultaggio è stata quanto mai categorica: gli abitanti attendono solo fatti ricordando poi come, a tutti coloro che hanno costruito dopo la sanatoria, siano stati richiesti gli oneri di urbanizzazione, che corrispondono a migliaia di euro, a fronte dopo trent’anni, di cosa? No strade illuminate, no fognature, no metano. Il tutto ovviamente viene sostituito dalla azione e dalla spesa del singolo. Gli oneri richiesti sarebbero dovuti servare a realizzare tali opere in un tempo limitato dopo il rilascio del permesso a costruire.

Trent’anni, hanno rimarcato da Insieme per Villa Rosina, è un arco temporale spropositato. Elvira Vultaggio ha infine tenuto a fare una puntualizzazione, escludendo ogni ipotesi di attacco all’amministrazione attuale, considerata la pazienza dimostrata in questi anni. Ma da Villa Rosina hanno rimarcato di essere ormai arrivati al capolinea, pretendendo i propri diritti, già troppo lungamente attesi. Dopo avere ascoltato gli argomenti loro adesso vorrebbero vedere i fatti, per non dover fare, entro virgolette, “di tutta l’erba un fascio”

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