Palermo, voli “aerotaxi” nel mirino della Guardia di finanza

Volavano alto, troppo alto. Al punto da sorvolare anche il Fisco. Ma alla fine sono atterrati dritti tra le carte delle Fiamme Gialle. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno scoperchiato una presunta evasione fiscale da capogiro: oltre 873 mila euro sottratti all’erario da decine di vettori che operano nel settore dei voli privati, i cosiddetti “aerotaxi”.

Un’indagine meticolosa, portata avanti dai militari della compagnia di Punta Raisi, ha passato al setaccio lo scalo Falcone e Borsellino, crocevia di traffici internazionali e voli di lusso. Al centro dell’inchiesta c’è l’imposta erariale sui velivoli privati, una tassa che si calcola in base alla distanza percorsa e al numero di passeggeri: 10 euro a testa per tratte sotto i 100 chilometri, 100 euro fino a 1.500, e ben 200 euro oltre quella soglia.

Numeri che parlano chiaro: 10.000 movimentazioni analizzate, 184 vettori esaminati, 3.409 voli sospetti e circa 12.000 passeggeri “fantasma” dal punto di vista fiscale. Un vortice di elusione sistematica che ha coinvolto operatori italiani e stranieri, alcuni con sede in Stati Uniti, Brasile, Cina, Corea del Sud e Sud Africa.

Le irregolarità riscontrate fanno riflettere: oltre l’83% dei vettori monitorati non ha rispettato gli obblighi fiscali. Solo 30 compagnie hanno versato regolarmente l’imposta. Altre 14, beccate durante i controlli, hanno preferito mettersi in regola subito, approfittando delle agevolazioni previste per chi collabora.

Il conto finale per lo Stato è pesante: tra tasse non versate e sanzioni, il debito sfonda il milione e 200 mila euro.