Dopo cinque ore di camera di consiglio, oggi pomeriggio il Tribunale di Trapani ha messo la parola fine, almeno in primo grado, al processo scaturito dall’operazione “Artemisia”, condotta nel marzo 2021. Un’inchiesta ampia, che aveva scosso ambienti politici, sanitari e delle forze dell’ordine, coinvolgendo ex deputati, funzionari pubblici e professionisti.
Nove le condanne pronunciate dal collegio giudicante presieduto dal giudice Franco Messina. Tra i nomi di peso, spicca quello dell’ex parlamentare regionale Giovanni Lo Sciuto, condannato a dodici anni di reclusione. Otto anni all’ex presidente dell’Anfe, Paolo Genco, figura centrale nella galassia della formazione professionale in Sicilia. Sei anni a testa per i poliziotti Salvatore Passanante, Salvatore Virgilio e Vincenzo Giammarinaro, mentre Salvatore Giacobbe e il medico Rosario Orlando dovranno scontare sette anni ciascuno. Sei anni per Giuseppe Angileri, e quattro per Isidoro Calcara, considerato braccio operativo di Lo Sciuto.
Una sfilza di capi d’imputazione, dal favoreggiamento alla corruzione, fino al concorso esterno. Ma uno, tra tutti, cade clamorosamente: l’accusa di associazione segreta massonica. Tutti gli imputati sono stati assolti con la formula “il fatto non sussiste”.
Cadono tutte le accuse anche per Maria Luisa Mortillaro, Tommaso Geraci, Gaspare Magro, Felice Errante jr, Vincenzo Chiofalo, Giuseppe Berlino e Luciano Perricone, usciti completamente indenni dal processo.