L’Aeronautica Militare in addestramento all’aeroporto di Kinisia per testare la capacità operativa di recupero di personale militare o civile in aree ostili

di Fabio Pace

Il 37° Stormo ospita una complessa esercitazione tra diversi reparti e specialità dell’Aeronautica Militare. Una settimana di intenso lavoro iniziata il 18 novembre e che avrà fine il prossimo 29 novembre. Personnel Recovery Week è il nome dell’esercitazione ed anche il quadro operativo entro il quale si sono svolti gli ipotetici scenari di addestramento. Archiviate dalla storia le battaglie campali gli scenari dei moderni teatri di crisi vedono sempre più di frequente situazioni in cui anche senza guerre dichiarate il personale militare, ma anche quello civile (si pensi a diplomatici, operatori sanitari, volontari delle ong), può rimanere isolato in area ostile. Non necessariamente “linee nemiche”, ma aree che fluidamente possono essere attraversate da gruppi armati, terroristi, “insurgeons” come si dice in gergo. In questi casi una risposta rapida ed efficace, e soprattutto coordinata, può essere la soluzione. Di solito sono operazioni “interforze” dove le diverse armi o addirittura eserciti di diverse nazionalità cooperano, si pensi alle operazioni di peace keeping per esempio. L’Aeronautica Militare ha, però, tutte le componenti per costituire una “Personnel Recovery Task Force”. Oggi l’area dell’ex aeroporto militare di Kinisia è stata aperta alla stampa per assistere ad uno di questi scenari simulati. L’ipotesi operativa proposta per l’esercitazione è stata quella di un elicottero abbattuto in zona di operazioni. A bordo un pilota e un assistente che in seguito all’incidente è rimasto infortunato. Il Personnel Recovery si svolge in cinque fasi. La comunicazione, cioè la notifica dell’incidente e dell’isolamento; la localizzazione, la determinazione della posizione del personale isolato; il supporto, le azioni che devono essere compiute nei confronti del personale isolato e dei suoi familiari durante la fase critica dell’isolamento; il recupero, l’azione coordinata per ricondurre il personale isolato sotto la custodia fisica di una organizzazione amica; la reintegrazione, la fase finale in cui il personale recuperato andrà supportato per superare traumi durante l’isolamento, sia dal punto di vista fisico, sia psicologico (questa fase è estesa ai familiari). L’esercitazione di oggi a Kinisia era concentrata sulla terza fase, quella del recupero, nel corso della quale hanno operato coordinati: velivoli F-2000 Eurofighter, per la “sterilizzazione” dell’area da soggetti ostili; elicotteri HH139-A per il trasporto truppe e il recupero materiale del personale isolato; fucilieri dell’aria del 9° Stormo e i reparti speciali dell’Aeronautica, gli incursori del 17° Stormo, con compiti di difesa a terra del personale isolato. Tutte le diverse fasi dell’operazione sono state coordinate da una “white cell”, ufficiali provenienti dal Comando Forze di Combattimento (Milano), dal comando Operazioni Aeree (Poggio Renatico – Ferrara) dal Comando forze di Supporto Speciali (Roma).

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