Ignazio Monticciolo fu uno dei 600mila soldati italiani, gli IMI, Internati Militari Italiani, che preferirono la prigionia, il lavoro forzato, le privazioni, la fame, il rischio quotidiano di morire, al vestire la divisa della Repubblica Sociale Italiana e continuare a combattere dalla parte dei fascisti e dei nazisti. Un atto di resistenza che l’ANPI Trapani ha ricordato con una conferenza on line rivolta agli studenti e poi con una breve cerimonia in prefettura nel corso della quale al nipote Giuseppe Monticciolo è stata conferita una medaglia commemorativa.
Tra gli IMI trapanesi, furono tanti, vi fu anche il sottotenente trapanese, Michele Rinaudo, uno dei 44 eroi di Unterluss. Un fatto che avvenne il 24 febbraio 1945 quando, in un campo di prigionia tedesco 44 ufficiali del Regio Esercito italiano, presi prigionieri dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si ribellarono alle imposizioni dei nazisti sostituendosi a 21 loro compagni scelti per la fucilazione.
Coltivare la memoria di ciò che fu il nazifascismo con i suoi orrori, l’olocausto, le leggi razziali, la violenza bestiale e cieca è la spinta che muove le istituzioni democratiche nella rievocazione e nel ricordo dei protagonisti i cui nomi, dalle pieghe del tempo ci impongono di riflettere.
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