Lettera aperta dei medici

La Federazione Italiana Medici Medicina Generale (FIMMG) Trapani ha lanciato un allarme sulla bozza di riforma della medicina generale, che prevede il passaggio dei medici di assistenza primaria da convenzionati a dipendenti. Una misura che, secondo alcuni, è necessaria per garantire il funzionamento delle Case di Comunità, ma che solleva preoccupazioni tra i professionisti del settore.

Le Case di Comunità e il ruolo dei medici di famiglia

«Le Case di Comunità – dichiara Angelo Casano, segretario della Federazione Italiana Medici Medicina Generale Trapani – che ben presto saranno attive su tutto il territorio nazionale, non riescono, per ovvie ragioni, ad essere luoghi di prossimità delle cure, come i nostri ambulatori di quartiere o i presidi di Continuità Assistenziale (ex guardia medica). Si devono integrare con i nostri ambulatori».

Secondo i dirigenti della Federazione, il passaggio alla dipendenza dei medici di famiglia potrebbe compromettere gravemente l’efficacia dell’assistenza territoriale, minando il rapporto di fiducia tra pazienti e medici e riducendo la capillarità del servizio.

Proposte per un’integrazione efficace

Casano sottolinea come la medicina generale debba contribuire all’attuazione del DM77 e al funzionamento delle Case di Comunità. A tal fine, la Federazione ha già inserito una serie di proposte nell’attuale accordo collettivo nazionale e in quello futuro, volte a garantire un’integrazione dei medici di famiglia nelle nuove strutture, senza rinunciare ai principi fondamentali di prossimità, fiduciarietà, capillarità e domiciliarità.

L’appello ai responsabili politici

Nella sua lettera aperta ai sindaci e agli amministratori della provincia di Trapani, la Federazione Italiana Medici Medicina Generale lancia un forte appello affinché si tenga conto delle possibili conseguenze della riforma.

«Chi oggi, a torto o a ragione, sostiene la dipendenza dei medici di famiglia, a nostro avviso non considera il reale e concreto rischio di distruggere un pilastro fondamentale della sanità nazionale, negando ai cittadini il diritto di scegliere il proprio medico di famiglia e causando la chiusura degli ambulatori di prossimità».

La discussione sulla riforma della medicina generale è più che mai aperta e il futuro del sistema sanitario territoriale potrebbe dipendere dalle decisioni che verranno prese nei prossimi mesi.