Il pubblico ministero Sara Morri ha richiesto complessivamente 155 anni di carcere per gli imputati del processo nato dall’operazione Artemisia, condotta dai carabinieri di Trapani. L’indagine ha svelato l’esistenza di una loggia massonica segreta a Castelvetrano, paese natale del boss Matteo Messina Denaro.
Al centro del procedimento figura l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, considerato il fulcro di un “cerchio magico” composto da politici, professionisti e forze dell’ordine. Tra gli imputati ci sono l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, e tre poliziotti – Salvatore Passanante, Salvatore Virgilio e Salvatore Giacobbe – accusati di aver passato informazioni riservate a Lo Sciuto. Coinvolto anche Rosario Orlando, direttore dei servizi medico-legali dell’INPS di Trapani, che avrebbe pilotato pratiche di invalidità in cambio di favori elettorali. Tra i nomi di spicco figura Paolo Genco, ex presidente dell’Anfe e noto come il “re” della formazione professionale in Sicilia.
Le richieste di condanna variano in base alle responsabilità contestate: la pena più severa, 14 anni di reclusione, è stata proposta per Lo Sciuto; sei anni per Errante; nove anni per Genco.
Secondo gli inquirenti, la loggia segreta era composta da massoni, politici e professionisti con l’obiettivo di influenzare le scelte amministrative del Comune, pilotare nomine e finanziamenti regionali e ottenere informazioni riservate sulle indagini giudiziarie.
Il processo è in corso dinnanzi al Tribunale di Trapani.