Trapani, Margherita Asta incontra i lettori

“Sola con te in un futuro aprile”. È questo il titolo del libro di Margherita Asta e Michela Gargiulo, dedicato alla Strage di Pizzolungo, avvenuta il 2 aprile di quarant’anni fa.

Quello di ieri è stato un incontro raccolto, quasi intimo. Margherita, visibilmente emozionata, ha aperto il cuore per raccontare ancora una volta la storia di sua madre, Barbara, e dei suoi fratellini, Salvatore e Giuseppe. Vite spezzate all’improvviso, strappate via da una violenza che non ha risparmiato nessuno. Ma che, pagina dopo pagina, Margherita ha saputo riportare accanto a sé, come se quel legame indissolubile potesse rivivere tra le righe di questo libro. Un’edizione aggiornata, arricchita dalle nuove verità emerse negli anni, ma sempre attraversata dallo stesso dolore e dallo stesso amore.

«Scrivere – ha detto Margherita Asta ai nostri microfoni – mi ha permesso di ritrovare mia madre e i miei fratelli. È stato liberatorio, perché attraverso la testimonianza ho potuto restituire loro una presenza nella mia vita. E anche un modo per affrontare quello che avevo chiuso in un cassetto quando, a dieci anni, mi sono stati strappati via».

Un libro che attraversa il tempo e riporta dritti a quell’aprile del 1985. A quel giorno in cui, tornando dal funerale della sua mamma e dei suoi fratellini, Margherita vide sul muro bianco di una villa nel lungomare di Pizzolungo una macchia rossa. E con la voce spezzata chiese al padre: «È sangue nostro, questo?»

Da quelle parole, incise nella memoria come una ferita, è nato uno spettacolo teatrale che ha attraversato l’Italia, portando sul palco il peso della memoria e della giustizia. A interpretarlo, Laura Nardi e Fabrizio Coniglio, anche lui presente ieri sera, testimone di una storia che non smette di chiedere ascolto.

«Quella di Pizzolungo – ha detto Fabrizio Coniglio – è una strage che in tanti ancora non conoscono. Ha colpito una famiglia normale, una madre che accompagnava i figli a scuola. Eppure, in un territorio segnato dalla criminalità, anche un gesto quotidiano può trasformarsi in tragedia. È una storia che appartiene a tutti noi e che merita di essere ricordata».