di Fabio Pace

Attivisti politici, ambientalisti, movimenti, associazioni, sindacati. Tutti contrari al ddl sui Beni Culturali assegnato in discussione alla V Commissione. Il nuovo articolato “Disposizioni in materia di beni culturali e di tutela del paesaggio”, infatti, viene letto come una aggressione della politica alla autonomia gestionale e decisionale delle soprintendenze. Il DDL, scrivono le associazioni che lo contestano «punta allo svilimento delle Soprintendenze, cioè di organismi deputati esclusivamente alla tutela e salvaguardia del territorio e dei beni culturali, storici, artistici. Tentativo peraltro perpetrato da anni da parte di forze politiche che mirano soprattutto, dietro il paravento dello snellimento della burocrazia, a privilegiare la via degli incarichi di natura di derivazione fiduciaria, piuttosto che potenziare l’organico qualificato». Un modo, insomma, perché «il committente politico possa più facilmente condizionare le scelte delle istituzioni pubbliche». La nuova legge affiderebbe ai Comuni l’esercizio di funzioni quali autorizzazioni, valutazioni di compatibilità paesaggistica delle opere edilizie, azioni di vigilanza, adozioni di provvedimenti sanzionatori, che in atto sono competenza delle soprintendenze. Insomma, secondo le associazioni firmatarie del documento «consegnerebbe il territorio e le risorse di questo nelle mani di chi fosse incline a compromessi e a far prevalere interessi localistici, che potrebbero non coincidere con quelli più generali della comunità nazionale». In due parole: totale mancanza di fiducia nella politica locale e nei suoi legami di interessi con il territorio. Al contrario, dicono i firmatari del documento, occorrerebbe, piuttosto, potenziare i ruoli e le qualità professionali presenti negli uffici centrali e periferici dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, promuovendo nuove assunzioni di personale specializzato per concorso pubblico, invece che esautorare gli stessi uffici dai compiti previsti per legge, delegando l’Assessorato regionale del Territorio e dell’ Ambiente della redazione dei piani paesaggistici ed i Comuni della tutela dei Beni Culturali e del Paesaggio. Il giudizio sul DDL è tranciante perché giudicato non emendabile. Andrebbe respinto in toto, in quanto pericoloso, illegittimo e in contrasto con i principi dell’art. 9 della Costituzione italiana. Il documento contro il disegno di legge è firmato tra gli altri da Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni; Legambiente Sicilia; Zero Waste Sicilia; WWF Sicilia; Italia Nostra Sicilia; Comitato Rodotà Beni Pubblici e Comuni Sicilia; Centro Consumatori Italia.