di Fabio Pace

Il governo Musumeci ha affidato a un pool di avvocati il compito di redigere una relazione per quantificare i danni economici e di immagine che l’Anas ha procurato all’isola per non avere portato a termine alcuni cantieri ritenuti strategici e fondamentali. «Il 15 giugno il gruppo ci darà l’esito del lavoro e noi procederemo di conseguenza giudizialmente nei confronti di Anas», ha spiegato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in conferenza stampa. Quello dell’ANAS, ha rimarcato Musumeci, «è un vero e proprio fallimento». Con ANAS, racconta Musumeci, non sono mancati i tentativi di interlocuzione, fin dall’insediamento: «abbiamo atteso due anni e mezzo, ma se cantieri sono ancora fermi, se per tirare su un pilone del viadotto Imera, mentre a Genova il Ponte Morandi può essere ricostruito in un anno e mezzo, allora c’è qualcosa che non va». «Non siamo disposti – ha concluso Musumeci – a subire questo attegiamento». Non meno aspre le parole dell’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone che ha definito ANAS «colpevolmente inadempiente». Ha dato anche dei numeri, l’assessore Falcone: «due miliardi e duecento milioni di euro bloccati nelle sue casse (dell’ANAS, ndr) e opere strategiche ferme o mai partite come la Mazara-Marsala; la Agrigento-Palermo; la Caltanissetta-Agrigento. È insopportabile. Ecco perché abbiano deciso di aprire una vertenza giudiziaria per chiedere un risarcimento danni». Falcone ha aggiunto che è intenzione dell’esecutivo Musumeci chiedere a Roma il commissariamento di ANAS in Sicilia perché sia il Governo siciliano a completare le opere che sono ritenute strategiche per l’economia e lo sviluppo dell’isola.

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