La ricerca è stata condotta da Continental Italia partendo dai dati ACI, sui mezzi pesanti e sui bus. In questo articolo ci riferiamo solo al dato dei bus. Per il trasporto persone, le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5 tonnellate in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). Più incisivo il calo della Sicilia che con sole 194 nuove targhe segna -46,4%. Trapani in controtendenza è crescita con 16 nuove targhe e un lieve +6,7%. Immaginiamo ciò sia merito, almeno in parte di ATM e della nuova infornata di bus nella flotta.

Trapani si piazza al secondo posto con 2,1% di mezzi elettrici. Il gasolio resta la fonte in assoluto più diffusa in Sicilia dove raggiunge il 95,2%, mentre il metano si attesta a 3,5%. L’ibrido non è presente e sotto l’1% le altre fonti di alimentazione. A Trapani il parco circolante è composto da gasolio (97,5%), elettrico (2,1%) e benzina (0,4%).

I mezzi che circolano nella provincia di Trapani sono però particolarmente datati: quasi il 40% dei bus ha oltre 20 anni. Considerando il parco autobus la fascia più recente (da 0 a 5 anni) nell’isola si attesta al 14,6%, mentre quella dei veicoli più datati si alza a 36,3%. La provincia di Trapani ha un parco datato: qui la quota di bus ultraventennali sfiora il 40% e quella di mezzi di massimo 5 anni il 13%.

In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale. In Regione il 42,8% è Euro 0, 1 e 2, mentre le classi meno inquinanti sono il 25,5% del totale. A dimostrazione di quanto detto sopra, a Trapani gli Euro 5 e 6 sono il 25,6% e le categorie obsolete il 46,6%.