Le tre domande della domenica a: Dottor Massimo Antonio Di Martino

Risponde l’ex capo Dipartimento Emergenza-Urgenza ASP Trapani ed ex direttore del Pronto soccorso di Trapani


Dottor Di Martino, di ritorno dalla Sardegna dove ha operato come medico vaccinatore, ha notato estreme differenze ed incongruenze tra i modi di arginare il Covid in quella regione e la Sicilia?

Sono stato a Sassari, in Sardegna, 7 mesi come medico vaccinatore. La percentuale di vaccinati quando sono andato via era del 92%. Qui a Trapani siamo sotto il 65%. In tutti i bar e i locali dove sono stato, al chiuso, veniva chiesto il green pass. Fino alla mia partenza da Sassari (il 13 novembre) il numero di infettati era estremamente basso. Ho assistito ad alcune manifestazioni organizzate dai no-vax, pochissimi i partecipanti (meno di 20). La gente era molto spaventata e felice di vaccinarsi, compresi i ragazzini sopra i 12 anni. È opportuno ricordare che fino a Luglio 2020 il covid non esisteva in Sardegna, poi quei territori sono stati invasi dai turisti e i ragazzi che lavoravano in bar, ristoranti, ecc hanno portato il Covid a casa e sono morte centinaia di persone, compresi medici e infermieri, soprattutto anziani. La percentuale di persone che rifiutavano il vaccino era estremamente bassa.


Dalle nostre parti ritiene che ci sia maggiore necessità di controlli ed ispezioni per la verifica dei protocolli, vedasi ad esempio la richiesta del green pass nei locali pubblici?

Da quando sono qui, pur essendo più volte in bar e ristoranti, nessuno mi ha chiesto il green pass e non ho visto forze dell’ordine eseguire controlli. Per tal motivo, con Gianfranco Criscenti, abbiamo organizzato una raccolta firme da inviare al prefetto con richiesta di maggiori controlli. Essa sarà inviata stasera. Ho visto inoltre che i contagi in provincia sono passati da 600 a oltre 700 persone in circa 10 giorni.


Cosa si sente di dire agli scettici della terza dose? Si aspettava questa ritrosia da parte di chi già si è sottoposto a due dosi vaccinali? C’entra la variante del Sudafrica?

La variante omicron è una delle varianti che sono apparse da quando la pandemia è iniziata. Il coronavirus ha la caratteristica di mutare facilmente e pertanto più persone infetta, maggiori sono le possibilità di mutazioni. Il grosso rischio è la comparsa di una mutazione che rende inutili i vaccini. Sui vaccini è stata fatta grande confusione da tutti (dai giornalisti ai virologi, ai medici, ai politici, ecc). Caratteristica dei vaccini è quella di ridurre la gravità delle infezioni. La storia della medicina insegna che il primo vaccino (jenner), contro il vaiolo, fu eseguito iniettando sottocute il serio ottenuto dalle vescicole di vaiolo bovino! Anche allora ci furono i no-vax che dicevano che il vaccino modificava l’ordine naturale delle cose. Anche allora il vaccino aveva il suo tasso di mortalità. Quando una persona si vaccina, l’organismo inizia a produrre anticorpi e ci vogliono circa 45 giorni per ottenere una difesa minima. Per migliorare la risposta si esegue una seconda dose di vaccino. All’organismo produrre anticorpi Costa energia e fatica per tanto senza ulteriori stimoli la produzione di anticorpi si riduce e nell’arco di 3/4mesi ne cessa la produzione. Resta la memoria dell’infezione e se si viene a contatto con il virus ci vogliono 7/15 giorni per una difesa sufficiente. I danni che il coronavirus può provocare in una persona in salute sono quelli di una influenza e di infettare le persone con cui viene in contatto. Una persona non vaccinata necessita di 45 giorni circa per reagire. Tempo nel quale il virus può causare diversi danni, fino alla morte. Si parla di corona party, non esiste un coronavirus attenuato che li giustifichi e tutti quelli che partecipano, rischiano forme gravi. Per rispondere pienamente alla domanda se dopo 3/4 mesi la produzione di anticorpi finisce e gli anticorpi hanno una vita media di 15 giorni, è opportuno fare una dose di richiamo a partire dai 5 mesi dall’ultima dose. Vorrei aggiungere che la popolazione italiana è mediamente anziana, con molti fragili. Tutta la popolazione è quindi da considerare fragile. Per cui urge eseguire tutte e tre le dosi.