Sicilia in crisi: crollo demografico e dispersione scolastica al 21%

La Sicilia sta affrontando una crisi demografica senza precedenti, con un calo significativo della popolazione giovanile che mette a rischio il sistema educativo e il futuro economico dell’isola. Ogni anno, la regione perde 15.000 abitanti, tra cui 7.000 giovani laureati, , mentre circa un terzo degli studenti universitari meridionali sceglie atenei del Nord. Secondo il rapporto Svimez, nei prossimi dieci anni, la fascia d’età 5-14 anni perderà 89 mila bambini, segnando una riduzione del 32,1%della popolazione under 15 entro il 2050. La contrazione demografica ha già avuto effetti sul sistema scolastico. Negli ultimi cinque anni, la Sicilia ha perso103 autonomie scolastiche, passando da 831 nel 2020/21 a 728 nel 2024/25, mentre il numero di studenti è sceso da 702.507 a 660.629, con una riduzione di 41.878 iscritti, dati ufficiali rilevati dall’ufficio di statistica del Ministero dell’istruzione e del merito.
E sempre un’indagine condotta dal Mims nel 2022, ha rilevato che il 21,1% degli studenti siciliani abbandona la scuola senza conseguire un titolo, il dato più alto in Italia e nettamente superiore alla media nazionale del 16,5%. Il rapporto Svimez mette in luce anche una situazione critica delle infrastrutture scolastiche sull’isola. Meno di un bambino su tre frequenta una scuola dotata di mensa, e meno di uno su due ha accesso a una palestra scolastica, limitando le opportunità educative e sportive. Queste carenze infrastrutturali si sommano al dato preoccupante sulla spesa per l’istruzione, che vede l’Italia all’ultimo posto tra le grandi economie europee e sotto la media OCSE, organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Senza interventi mirati, come maggiori investimenti nell’istruzione, incentivi alla natalità e politiche per trattenere i giovani talenti, la Sicilia rischia di perdere una parte fondamentale della sua popolazione attiva, accentuando i divari con il resto del Paese.

di Valeria Marrone