È stato sospeso il manager dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce. Un provvedimento deciso dalla Regione dopo un’indagine ispettiva che ha evidenziato gravi disservizi nella consegna dei referti istologici, con ritardi fino a 11 mesi. Un caso che ha sollevato allarme sociale e messo a rischio la salute di oltre 200 pazienti.
La sospensione rappresenta il primo passo verso la sua rimozione definitiva. Ma Croce difende il proprio operato e giudica il provvedimento ingiusto.
Intanto, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha commentato che ognuno ha fatto la propria parte, che il suo Governo è intervenuto ma che ormai la situazione era estremamente compromessa.
«Io ho chiesto scusa – ha detto Schifani –. Qualcun altro, invece, non l’ha fatto».
Numerose le reazioni politiche. Il segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, ha parlato di uno scandalo di portata nazionale e accusa il governo di aver piazzato i manager per spartizioni politiche, con gravi danni alla sanità pubblica. Sulla stessa linea la deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, che definisce la sospensione “insufficiente” e chiede risposte concrete sul futuro della sanità siciliana.
Duro anche l’intervento del deputato regionale Dario Safina, che denuncia come la sanità trapanese non possa continuare a essere trattata come l’ultimo dei sottogoverni, vittima di una becera lottizzazione politica.
«Schifani – ha detto Safina – non può pensare di risolvere tutto con la sospensione di Croce. Servono più posti letto, più medici, più personale sanitario e un vero piano per ridurre le liste d’attesa».
E ieri pomeriggio a Mazara del Vallo, davanti l’ospedale Abele Ajello, è arrivato anche Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ha sottolineato l’assurdità e la gravità di quanto accaduto all’Asp di Trapani.
«Si è registrato qui a Mazara del Vallo il più grande scandalo sanitario degli ultimi vent’anni di storia repubblicana – ha detto Renzi -. Trovo allucinante che venga io qui in ospedale per solidarizzare con malati, medici e operatori e non il presidente della Regione, che da quando è scoppiato il caso non ha mai messo piede qui. Renato Schifani deve dimettersi, non gettare le proprie responsabilità su altri».