Il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice interviene sulla delibera di giunta che a partire dal 18 aprile scorso ha dato il via libera all’applicazione della “Legge Franceschini” nel centro storico palermitano.
La delibera introduce importanti restrizioni per l’avvio di nuovi esercizi pubblici nel centro storico.
In base alla decisione, in fase sperimentale, per diciotto mesi, ed in alcune aree strategiche della città, non sarà più permessa l’apertura di nuovi esercizi pubblici, di vicinato alimentare e distributori automatici. Il tutto motivato dall’obiettivo di “preservare il patrimonio artistico, culturale e identitario”.
In particolare, i divieti riguarderanno l’area del centro storico dei quattro mandamenti, esclusa via Roma e la parte alta di via Maqueda dai Quattro Canti alla Stazione centrale, via Sant’Agostino e via Bandiera.
Un provvedimento contro cui si schiera il numero uno di Confimprese Palermo Giovanni Felice e ne motiva “l’illegittimità”.
Dice Felice: “Il Comune nella delibera richiama il decreto Franceschini ma in realtà il documento fa acqua da tutte le parti dal punto di vista tecnico-legale e secondo me se sarà impugnato, e come succede ogni volta che il Suap prepara una delibera, il Comune soccomberà”.
Ma quali sono le motivazioni di questa inadeguatezza?
Continua Felice: “La legge Franceschini prevede che si possa bloccare l’apertura di attività soggette ad autorizzazione. Gli esercizi di vicinato sia alimentari che non, citati nella delibera, in realtà agiscono in regime di comunicazione, quindi la legge Franceschini non è applicabile”.
Conclude Felice: “Ancora una volta, è una beffa per le aziende che saranno costrette a ricorrere agli organi di giustizia amministrativa per fare valere i loro diritti. Inoltre, l’esclusione di via Roma farà sì che gli affitti degli immobili commerciali in quella zona lieviteranno e quindi sarà bloccato lo sviluppo commerciale dell’arteria. Per questo motivo, invito il Sindaco a ritirare il provvedimento”.