Approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana il DDL “Liberi di Scegliere”. Si tratta di una legge per allontanare i minori dai contesti mafiosi.
Il DDL prevede una rete istituzionale integrata che vede coinvolte Prefetture, Autorità Giudiziaria Minorile e Ordinaria, Forze dell’Ordine, Servizi Sociali dei Comuni, ASP e Istituzioni Scolastiche.
Un modello di intervento con un solo obiettivo: proteggere e reinserire i minori, sottraendoli alle famiglie mafiose.
La Legge è nata dal protocollo ideato dal presidente del tribunale per i minori, Roberto Di Bella, applicato prima in Calabria e poi in Sicilia.
Le dichiarazioni dell’assessore Mimmo Turano
«Con l’approvazione del DDL ‘Liberi di scegliere’, diamo una concreta alternativa di vita e prospettiva di riscatto ai minori provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o vittime della violenza mafiosa e ai familiari che si dissociano dalle logiche criminali». Lo dice l’assessore all’Istruzione e alla formazione professionale Mimmo Turano, esprimendo soddisfazione per l’approvazione della Legge.
«La legge approvata dal Parlamento siciliano – aggiunge Turano – si pone l’obiettivo di contrastare la povertà educativa, la dispersione scolastica, la devianza minorile, coinvolgendo scuole e centri di aggregazione e promuovendo la cultura della legalità. E di questo vado particolarmente fiero, perché la lotta alla mafia comincia dai banchi di scuola».
Le dichiarazioni del deputato M5S Carlo Gilistro
«Il via libera di Sala d’Ercole al DDL ‘Liberi di scegliere’, che prevede interventi di sostegno e protezione sociale in favore di soggetti inseriti in contesti di criminalità, è un grande atto di civiltà, del quale ringrazio la commissione di cui faccio parte e l’intera deputazione.
I nostri ragazzi non vanno lasciati soli. I rischi per chi vive in contesti mafiosi sono tanti, ma non meno gravi sono quelli per chi cresce in ambienti con basso livello socioculturale. In questi casi, ai bambini, anche molto piccoli, vengono affidati telefonini e altri dispositivi digitali, cui si delega pericolosamente il ruolo di baby-sitter, con conseguenze spesso devastanti».
«Dobbiamo creare – dice Gilistro – spazi di aggregazione sociale che al Sud mancano e la cui assenza, alla lunga, contribuisce al ritiro sociale dei giovani. Un fenomeno sempre più diffuso, quello degli hikikomori: ragazzi chiusi in casa, che mantengono contatti con il mondo solo attraverso dispositivi digitali».