In tanti alla camera ardente per rendere omaggio al “Leone di Guarrato”

Il leone di Guarrato. Così per tutti era conosciuto Bartolo Pellegrino, l’esponente socialista noto per il suo carattere burbero e diretto, nella politica tanto per la vita privata. L’ex parlamentare si è spento, ieri, verso ora di pranzo nella sua amata casa di Guarrato; un po’ eremo, un po’ quartier generale. Pellegrino, nato nell’ottobre del 34, era malato da tempo, con una grave forma di diabete che lo ha, tuttavia, accompagnato negli ultimi 20 anni della sua vita. La salma è stata trasferita per chi voglia fargli visita nella camera ardente di Paceco di Vito Incandela, in via Sanseverino. I funerali, invece, si terranno nella chiesa Madre di Paceco domani mattina. Diversi gli amici e i compagni di partito, oltre a numerosi esponenti della politica in generale, che hanno affollato da stamattina la camera ardente di Paceco:

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Pellegrino è stato per almeno due lustri uno dei personaggi di spicco della politica siciliana. Dopo l’esperienza nel Psi, passò fra i diniani di Rinnovamento Italiano. Nel ’98 fu in maggioranza nel governo Capodicasa, nel 2000  divenne uno degli artefici del “controribaltone” che chiuse l’esperienza del centrosinistra a Palazzo d’Orleans. Nel 2001 fondò il movimento politico “Nuova Sicilia”, un movimento ante litteram, precursore dei tanti susseguitesi negli anni nel vuoto della politica siciliana. Un progetto che ebbe un buon respiro politico con numeri importanti su tutto lo scacchiere siciliano tanto da ottenere un assessorato regionale in un asse di ferro con Gianfranco Miccichè, suo principale interlocutore politico negli ultimi suoi anni di attività politica. Alla Regione è stato più volte assessore e vice Presidente di giunta con il primo Governo Cuffaro. Pellegrino è stato fondamentalmente un visionario, lungimirante ma con una buona dose di realpolitick quando c’era da concretizzare le finalità politiche di un percorso politico. Politica che è stato il suo amore di tutta una vita, tanto che alle soglie degli 85 anni, e con una salute claudicante continuava a fantasticare e progettare un nuovo “ragionamento politico” (tipico del linguaggio di Pellegrino) per colmare il vuoto che a suo dire viveva la politica oggi in società e sulla nostra isola in particolare. Per uno come lui “della vecchia scuola”, del resto, non poteva che essere diversamente. Pellegrino fu arrestato nel 2007 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma venne assolto in tutti i gradi di giudizio.