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giovedì, Marzo 28, 2024
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Trapani. Bloccato all’ingresso in carcere con il telefonino nel retto

L'apparato rilevato dallo scanner Manta Rey

Ennesimo tentativo, sventato dagli agenti della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale Pietro Cerulli di Trapani, di introdurre nelle carceri un microtelefono, tre microsim e un caricabatterie. Per quanto possa apparire improbabile tutto il materiale era perfettamente imballato in un sottile foglio di plastica e fermato saldamente con nastro adesivo in modo da ridurlo ad un “blocco unico”. Una sorta di grande supposta che un detenuto, trasferito a Trapani da un altro carcere siciliano, recava con se nascosta nel retto. Il detenuto era destinato alla sezione di alta sicurezza del carcere trapanese. Nonostante lo stratagemma il telefonino è stato individuato dall’apparato di ricerca elettronico Manta Ray. Si tratta di uno strumento, da qualche anno in dotazione anche al carcere di Trapani, in grado di rilevare, a distanza ravvicinata, telefoni cellulari nascosti. Non importa che siano accesi o spenti, o anche con la batteria rimossa. Il Manta Ray esegue la scansione dei componenti specifici comuni a tutti i telefoni cellulari e non solo di metallo. Ciò riduce falsi inneschi dovuti a orologi, chiavi, monete, fibbie di cintura e altri comuni oggetti metallici che attiverebbero un comune rivelatore di metalli. Il detenuto, messo alle strette, davanti all’evidenza, e dopo un colloquio con il Comandante e gli uomini del reparto addetti alle rilevazioni si è convinto ad “espellere” spontaneamente l’apparato e a consegnarlo agli agenti di polizia penitenziaria.

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