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venerdì, Aprile 19, 2024
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Pizzolungo, di nuovo rifiuti abbandonati alla Stele di Anchise

di Mario Torrente

Di nuovo rifiuti alla Stele di Anchise. Uno degli angoli più rappresentativi e carichi di mito del litorale ericino si ritrova, per l’ennesima volta, deturpato da comportamenti incivili che continuano a fare da zavorra a tutto il territorio. E pensare che l’area, dove tempo addietro si parlava di realizzare un Parco Virgiliano, era stata ripulita da poco. C’era di tutto. Quasi una discarica ed in piena stagione turistica. Da vergogna. Dopo la bonifica disposta dall’amministrazione comunale di Erice, la zona attorno al monumento, che si trova proprio all’ingresso di Pizzolungo, per qualche settimana è rimasta pulita. Ma adesso è spuntata altra immondizia, con sacchi di immondizia di provenienza domestica. Davvero senza speranza. Il livello purtroppo da queste parti continua a restare questo. Andando per di più a peggiorare. Una vera e propria regressione.

Questi sacchi della spazzatura lasciati a pochi metri dal monumento che rievoca i ludi di Enea ed il racconto di Virgilio nell’Eneide sono un’offesa al carico di storia e bellezza di questo angolo di costa alle pendici di Monte Erice. Come tutta la grande mole di immondizia sparsa qua e là, sempre “frutto” del mancato rispetto delle regole e dell’ambiente assieme ad un mastodontico carico di ignoranza. È sempre più evidente come il fenomeno abbia superato da un pezzo la soglia di allarme visto che gli abbandoni non riguardano sono i sacchi di chiara provenienza domestica, proveniente dalle case dove i cittadini si ostinano a non fare la raccolta differenziata, ma anche ingombranti, scarti edili e materiali pericolosi, come l’eternit.

Oltre ai danni per l’ambiente e per l’immagine del territorio, ci sono quindi anche degli aspetti che riguardano la salute delle persone. Per non parlare dei costi aggiuntivi che gravano sulla collettività. Perchè gli interventi di bonifica e pulizia straordinaria delle aree ridotte a discariche abusive a cielo aperto hanno dei costi molto elevati. Il Comune di Trapani, ad esempio, spende circa un milione di euro l’anno. Somme che gravano sui cittadini attraverso il pagamento della Tari. Ma l’impegno di chi fa la differenziata e rispetta le regole viene vanificato da chi continua a devastare il territorio abbandonato rifiuti, dal sacchetto lasciato per strada fino ai recipienti di eternit passando per tutti i materiali, i vecchi elettrodomestici e la mobilia che viene scaricata illegalmente.

Certo, ogni tanto qualcuno viene beccato grazie ai controlli ed alle telecamere. Ma sembra poca cosa rispetto al dilagare di un problema che si sta facendo sempre più serio e che forse meriterebbe una nuova strategia, con pene più severe e soprattutto con il potenziamento delle attività mirate per fermare questi reati contro l’ambiente e la collettività. I Comuni da soli non possono farcela. Servono risorse e controlli a tappeto h24 da parte delle forze dell’ordine e molte più squadre di ispettori ambientali. Una vera e propria task-force per presidiare il territorio a 360 gradi, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, sanzionando chi sbaglia, sequestrando i mezzi, cosa che oggi avviene solo in certi casi, e con multe ancora più salate con un apposito intervento normativo prevedendo magari nuove sanzioni come ad esempio l’obbligo di ripulire i siti pieni di rifiuti.

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